Un progetto esclusivo in prima assoluta di Massimo Zamboni
special guest
Vasco Brondi, Ginevra Di Marco, Murubutu, Nada, Marina Parente
e Aldo Nove, Emilio Rentocchini
con
Massimo Zamboni voce, chitarre
Erik Montanari chitarre
Cristiano Roversi basso
Simone Filippi percussioni
Orchestra delle Riapparizioni
Concerto a fiato L’Usignolo
Piergiorgio Casotti video
Fabio Cherstich regia e impianto visivo
produzione Fondazione I Teatri / Festival Aperto, Reggio Emilia
Informazioni sullo spettacolo
21.09.2019 - h 20:30 - Teatro Valli
Platea e palchi centrali
€ 20,00
Palchi laterali e galleria
€ 15,00
«Si chiama casa, questa valle padana di lacrime»
Massimo Zamboni porta in scena un progetto nuovo, musicale e teatrale, dedicato al cuore dell’Emilia e ai suoi artisti. È Il richiamo degli scomparsi, orazione con orchestra in prima assoluta che inaugura l’edizione 2019 del Festival Aperto al Teatro Valli di Reggio Emilia.
Un progetto in esclusiva in cui Zamboni si misura con la dimensione del teatro. Con inedite collaborazioni, tra cui quella con il regista Fabio Cherstich – giovane e affermato sia nella prosa sia nel teatro musicale – e un’orchestra composita, costituita all’uopo per canzoni antiche e recenti che diventano nuove.
Gli artisti scomparsi di Reggio Emilia compongono un pantheon dello spirito emiliano, del suo cuore profondo, dove «sembra che il sangue circoli più rapido».
La sfida teatrale è stata presa molto sul serio: un grande palcoscenico, scene e video, e una drammaturgia del ricordo dove si alternano scomparsa e riapparizione. Con un inedito cast: i cantanti Nada, Ginevra Di Marco, Vasco Brondi, Murubutu, Marina Parente, e i poeti Aldo Nove ed Emilio Rentocchini.
Un intersecarsi di voci tra canzoni tratte dal repertorio di Zamboni, CCCP, CSI e letture degli autori presenti e di quelli scomparsi. Una grande compagine orchestrale composta dall’Orchestra delle Riapparizioni (15 chitarre), dal Concerto a fiato L’Usignolo (7 fiati) e dalla band di Zamboni, per arrangiamenti originali inediti, e i filmati di Piergiorgio Casotti.
Una provincia fortunata, quella di Reggio Emilia. Poche altre possono vantare un panorama intellettuale così diversificato e riconosciuto anche oltre i confini nazionali. I suoi artisti scomparsi compongono un pantheon tanto straordinario quanto ipotetico, disperso com’è in cento cimiteri dal Po al Monte Cusna. La loro narrazione intensa ha contribuito in maniera assolutamente significativa alla definizione della coscienza di tutto un territorio.
Ma chi sono gli Scomparsi?
Le parole di Cesare Zavattini e Silvio D’Arzo, di Corrado Costa, Pier Vittorio Tondelli, Antonio Ligabue e Alcide Cervi, il canto di Giovanna Daffini e Augusto Daolio. Gli artisti dell’immagine, Luigi Ghirri, Pietro Ghizzardi, Umberto Tirelli, Achille Incerti, Marisa Bonazzi, Serafino Valla. Poi Tienno Pattacini, Romolo Valli, Serge Reggiani, Lucia e Otello Sarzi. O, immergendoci nella storia, Gaetano Chierici, Maria Melato, Ludovico Ariosto, Matteo Maria Boiardo.
Con la collaborazione di
Assessorato Educazione e Conoscenza – Servizio Officina Educativa
SD Factory
Cooperativa Papa Giovanni XXIII
Arci Reggio Emilia
Con il sostegno di
Unioncamere Emilia Romagna
Camera di Commercio Reggio Emilia
APT Servizi – Turismo Emilia Romagna