13 novembre 2008
Teatro Municipale Valli
ERMANNO CAVAZZONI legge ALEKSANDR PUSKIN
Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin (1799-1837) è uno dei sommi libri dell’umanità, e punto d’avvio della grande letteratura russa dell’800. Scritto tra il 1823 e il 1830, narra la storia d’amore mancata tra il giovane romantico disilluso Eugenio e la giovanissima Tatiana, figura incantevole e commovente, immersa ancora nei sogni della sua età.
È un romanzo in versi; e l’essere in versi e rima ha sempre creato problemi gravi di traduzione, e di conseguenza una diffusione limitata in lingua italiana, nonostante l’importanza e la notorietà.
Questa che leggerò è la miglior traduzione finora fatta in italiano, da Ettore Lo Gatto (ed. Quodlibet 2008), il quale ha raggiunto con essa quella leggerezza, musicalità e naturalità così vicina alla lingua parlata per cui è celebre Puškin. Il verso novenario giambico russo è restituito nell’endecasillabo regolare italiano, che è il verso più simile per capacità narrativa; ed è mantenuto lo stesso schema di rime dell’originale, cosa importantissima per godere il giro ritmico, la facile leggibilità e l’incanto del racconto. (E. C.)
È un romanzo in versi; e l’essere in versi e rima ha sempre creato problemi gravi di traduzione, e di conseguenza una diffusione limitata in lingua italiana, nonostante l’importanza e la notorietà.
Questa che leggerò è la miglior traduzione finora fatta in italiano, da Ettore Lo Gatto (ed. Quodlibet 2008), il quale ha raggiunto con essa quella leggerezza, musicalità e naturalità così vicina alla lingua parlata per cui è celebre Puškin. Il verso novenario giambico russo è restituito nell’endecasillabo regolare italiano, che è il verso più simile per capacità narrativa; ed è mantenuto lo stesso schema di rime dell’originale, cosa importantissima per godere il giro ritmico, la facile leggibilità e l’incanto del racconto. (E. C.)