MONICA BACELLI, mezzosoprano
Wolf: Lieder aus dem Italienisches Liederbuch
Wolf: Lieder aus Mignon Wilhelm Meister
Debussy: Proses lyriques
Debussy: Trois ballades de François Villon
Wolf e Debussy, Vienna e Parigi, mondi coevi e lontani. Due universi poetici e musicali, due modi di leggere la poesia e di accostare il lied. La vita creativa di Wolf (1860-1903), è una delle più brevi e singolari della storia della musica. Raggiunta la padronanza della tecnica compositiva a 28 anni, la sua produzione si concentra nei nove anni successivi, prima
del definitivo crollo delle facoltà intellettive. Sono in particolare i Lieder, con la loro capacità di penetrare il significato e il potere emotivo delle parole, a contenere l’essenza più intima e originale della prodizione wolfiana: con la sua acutissima sensibilità per la poesia, i cicli di Wolf (come l’Italienisches Liederbuch su testi dei Paul Heyse e i lieder su testi di Goethe) raggiungono per intensità uno dei vertici assoluti del genere liederistico. Debussy conservò sempre un rapporto stretto e costante con la poesia, rivolgendosi a Verlaine, Baudelaire e Mallarmé per le sue numerose composizioni vocali. Nel caso delle Proses Lyriques (del 1892-93) scrive egli stesso i testi (che denotano influenze simboliste). Più tardi si rivolge ad autori come il quattrocentesco François Villon, poeta bandito, ladro e vagabondo, che utilizza per le Trois ballades del 1910. Esse, con la loro ‘semplicità’ e concentrazione – segno di un affinamento dei mezzi espressivi che prende il posto della precedenza ricchezza armonica – costituiscono uno dei frutti più alti della produzione dell’ultimo Debussy.
Monica Bacelli si è diplomata con Maria Vittoria Romano e Donato Martorella presso il Conservatorio di Pescara e, vincitrice del Concorso Belli, ha debuttato allo Sperimentale di Spoleto come Cherubino ne Le nozze di Figaro e Dorabella in Così fan tutte. Da allora la sua carriera si è sviluppata nei principali teatri italiani e internazionali (dalla Scala alla Staatsoper di Vienna, dal Covent Garden all’Opera di San Francisco) e presso le principali istituzioni concertistiche (dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia alla Philarmonie di Berlino, al Concertgebouw di Amesterdam), portandola a collaborare con direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Chailly, Chung, Metha, Muti, Ozawa, Pappano e Rattle. Vincitrice del premio Abbiati, il suo ampio repertorio comprende ruoli mozartiani (Idamante, Cherubino, Elvira, Dorabella, Sesto) e rossiniani, ma si estende dall’opera barocca (trilogia monteverdiana, La Calisto di Cavalli, Tamerlano, Alcina, Giulio Cesare di Haendel) all’opera francese dell’Otto e Novecento (Les Contes d’Hoffmann, Werther, Don Quichotte, L’Enfant et les sortilèges). Riconosciuta interprete del teatro musicale contemporaneo, le sono state affidate numerose prime esecuzioni, tra cui il monologo lirico di Marco Tutino Le bel indifférent e il ruolo di Antigone nell’opera omonima di Ivan Fedele che ha inaugurato la settantesima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Particolarmente stretta è stata la sua collaborazione con Luciano Berio, che ha scritto per lei i ruoli di Marina in Outis (Teatro alla Scala, 1996) e di Orvid in Cronaca del luogo e il brano Altra voce, presentato al Festival di Salisburgo nel 1999, nell’ambito del Progetto Pollini, ed eseguito anche a New York, Tokyo, Parigi e Roma. Dello stesso Berio ha inoltre interpretato i Folksongs con la Filarmonica della Scala, con l’Ensamble Intercontemporain, con i Berliner Philarmoniker e ultimamente ai Proms di Londra.
Particolarmente attenta alla musica da camera, negli ultimi anni ha gradualmente affiancato alla sua intensa attività operistica, la realizzazione di molti progetti, esibendosi in recital sia con pianoforte sia in formazioni cameristiche.
Antonio Ballista, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, fin dall’inizio della carriera non ha posto restrizioni alla sua curiosità e si è dedicato all’approfondimento delle espressioni musicali più diverse.
Da sempre convinto che il valore estetico sia indipendente dalla destinazione pratica e che le distinzioni di genere non debbano di per sé considerarsi discriminanti, ha effettuato personalissime escursioni nel campo del ragtime, della canzone italiana e americana, del rock e della musica da film, agendo spesso in una dimensione parallela tra la musica cosiddetta di consumo e quella di estrazione colta.
Particolarissimi per invenzione, originalità e rigore i suoi programmi, che sconfinano talvolta nel teatro ed ampliano spesso gli ambiti rituali del concerto.
Dal 1953 suona in duo pianistico con Bruno Canino, una formazione d’ininterrotta attività la cui presenza è stata fondamentale per la diffusione della nuova musica e per la funzione catalizzatrice sui compositori.
Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Bertini, Boulez, Brüggen, Chailly, Maderna e Muti e con l’Orchestra della BBC, il Concertgebouw, La Filarmonica d’Israele, la Scala di Milano, la London Symphony, l’Orchestre de Paris, le Orchestre di Philadelfia e Cleveland e la New York Philarmonic.
E’ stato spesso invitato in prestigiosi festival tra cui Parigi, Edimburgo, Varsavia, Berlino, Strasburgo, Venezia, Maggio Musicale Fiorentino.
Hanno scritto per lui Berio, Boccadoro, Bussotti, Castaldi, Castiglioni, Clementi, Corghi, De Pablo, Donatoni, Lucchetti, Morricone, Mosca, Picco, Sciarrino, Sollima, Togni e Ugoletti.
Ha effettuato tournées con Berio, Dallapiccola e Stockhausen ed ha collaborato con Boulez, Cage e Ligeti in concerti monografici. Di Daniele Lombardi ha diretto varie volte le Sinfonie per 21 pianoforti e nel 2003 a New York ( Winter Garden, Ground Zero) la prima assoluta di “Threnodia ”dedicata alle vittime dell’ 11 settembre.
Come direttore d’opera ha debuttato al teatro dell’Opera di Roma con “Gilgamesch” di Franco Battiato.
E’ fondatore e direttore dell’ensemble Novecento e Oltre, formazione stabile che ha esordito nel 1995 in occasione dell’esecuzione integrale dell’opera di Webern tenuta a Palermo per l’EAOSS e gli Amici della Musica, e il cui repertorio va dal Novecento storico fino alle più recenti tendenze.
Con Alessandro Lucchetti e Federico Mondelci ha costituito nel 2003 il trio Fata Morgana, che esegue musica “cross-over”.
La sua passione per la letteratura liederistica lo ha portato a collaborare con i cantanti Roberto Abbondanza, Anna Caterina Antonacci, Phyllis Bryn-Julson, Monica Bacelli, Cathy Berberian, Luisa Castellani, Gloria Davy, Kim Kriswell, Sarah Leonard, Anna Moffo, Alide Maria Salvetta, Susanna Rigacci, Luciana Serra, Lucia Valentini Terrani ed attualmente lavora continuativamente con Gemma Bertagnolli, Alda Caiello , Laura Cherici, Lorna Windsor e Magdalena Aparta.
Legato in un sodalizio trentennale con Paolo Poli, Antonio Ballista ha lavorato inoltre con gli attori Gianni Agus, Arnoldo Foà, Ottavia Piccolo, Toni Servillo, Franca Valeri, Milena Vukotic e Peter Ustinov e le danzatrici Marga Nativo ed Elisabetta Terabust.
Incide per La Bottega Discantica, Emi, Rca, Ricordi, Wergo.
Ha insegnato nei Conservatori di Parma e Milano e all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola.
Attualmente è docente presso l’Accademia Internazionale “Tema” di Milano.
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