27 settembre 2014
Teatro Municipale Valli
Il grande bianco
Trascendenza della Grande Guerra
di Roberto Paci Dalò - prima assoluta
regìa, musica, immagini, clarinetto basso, live electronics Roberto Paci Dalò
Coro La Baita, Scandiano
Ensemble strumentale dell’Istituto Musicale Peri, Reggio Emilia
maestro del coro Fedele Fantuzzi
spazio scenico, oggetti, costumi Roberto Paci Dalò / Keiko Shiraishi
assistente alla regìa Teodoro Bonci del Bene
ricerche letterarie e storiche, iconografia Barbara De Franceschi
post-produzione audio Andrea Felli / Farmhouse
produzione Fondazione i Teatri
in collaborazione con Giardini Pensili, Marsèll
Uno spettacolo di teatro-musica itinerante.
"È creato per il Teatro Valli un allestimento che sfrutta gli spazi dell'edificio (uno dei teatri più belli d'Italia) per creare uno spettacolo di teatro-musica itinerante che investiga le infinite possibilità sceniche e percettive di un luogo così particolare.
Il luogo sarà completamente ridisegnato per ospitare Il grande bianco in tutti i suoi spazi e trasformarlo in uno straordinario dispositivo percettivo di dimensioni inusuali.
Una macchina sensoriale che ospiterà il pubblico in un modo mai visto prima d’ora e dove il pubblico si muoverà tra luci, fumo, proiezioni video, vòlte stellate grandi quanto il teatro stesso, trincee, ospedali da campo, mappe, campane, sirene, elettronica dal vivo, camminando tra oggetti e gli interpreti d'eccezione: un coro alpino (Coro La Baita di Scandiano) e l'Ensemble strumentale dell'Istituto Musicale Peri. Gli interpreti saranno dislocati in molti spazi del teatro.
Tutto ciò per creare qualcosa di radicalmente nuovo e antico allo stesso tempo. I canti della tradizione alpina – in particolare quelli legati all’epopea della Grande Guerra – vengono trasfigurati e ricomposti in un progetto contemporaneo dalla caratteristiche particolari.
Si tratta quindi di una riflessione sulla Prima Guerra mondiale a partire da quello che l’autore ha individuato come uno degli elementi chiave dell’intero conflitto: il sentimento dell’attesa. Una guerra di trincea fatta sì di scontri cruenti ma allo stesso tempo di dilatazioni, silenzi, sospensioni. Per l’Italia il fronte principale sono state le Alpi dove permane nella memoria collettiva una mitologia della Grande Guerra. Un conflitto che ha còlto quasi tutti di sorpresa e provocato reazioni anche un po’ particolari (cfr. le diserzioni di massa, fenomeno singolare e mai visto prima su questa scala).
l materiali musicali di riferimento della composizione originale sono alcuni canti alpini (alcuni dei più belli e possibilmente meno conosciuti) che vengono completamente decostruiti e quindi ricostruiti per trasformarli in qualcosa di sorprendentemente diverso dall’originale. Dove la retorica è annullata per inoltrarsi piuttosto in un territorio ambientale rarefatto. Immaginiamo insomma un incontro tra un coro alpino e il silenzio della montagna. Una musica trascendentale che evoca gli spazi sospesi di notti terse dove anche i più piccoli suoni hanno luogo in uno spazio minuscolo e enorme allo stesso tempo. Dove la vastità è percepita attraverso il dettaglio." (R.P.D.)
"È creato per il Teatro Valli un allestimento che sfrutta gli spazi dell'edificio (uno dei teatri più belli d'Italia) per creare uno spettacolo di teatro-musica itinerante che investiga le infinite possibilità sceniche e percettive di un luogo così particolare.
Il luogo sarà completamente ridisegnato per ospitare Il grande bianco in tutti i suoi spazi e trasformarlo in uno straordinario dispositivo percettivo di dimensioni inusuali.
Una macchina sensoriale che ospiterà il pubblico in un modo mai visto prima d’ora e dove il pubblico si muoverà tra luci, fumo, proiezioni video, vòlte stellate grandi quanto il teatro stesso, trincee, ospedali da campo, mappe, campane, sirene, elettronica dal vivo, camminando tra oggetti e gli interpreti d'eccezione: un coro alpino (Coro La Baita di Scandiano) e l'Ensemble strumentale dell'Istituto Musicale Peri. Gli interpreti saranno dislocati in molti spazi del teatro.
Tutto ciò per creare qualcosa di radicalmente nuovo e antico allo stesso tempo. I canti della tradizione alpina – in particolare quelli legati all’epopea della Grande Guerra – vengono trasfigurati e ricomposti in un progetto contemporaneo dalla caratteristiche particolari.
Si tratta quindi di una riflessione sulla Prima Guerra mondiale a partire da quello che l’autore ha individuato come uno degli elementi chiave dell’intero conflitto: il sentimento dell’attesa. Una guerra di trincea fatta sì di scontri cruenti ma allo stesso tempo di dilatazioni, silenzi, sospensioni. Per l’Italia il fronte principale sono state le Alpi dove permane nella memoria collettiva una mitologia della Grande Guerra. Un conflitto che ha còlto quasi tutti di sorpresa e provocato reazioni anche un po’ particolari (cfr. le diserzioni di massa, fenomeno singolare e mai visto prima su questa scala).
l materiali musicali di riferimento della composizione originale sono alcuni canti alpini (alcuni dei più belli e possibilmente meno conosciuti) che vengono completamente decostruiti e quindi ricostruiti per trasformarli in qualcosa di sorprendentemente diverso dall’originale. Dove la retorica è annullata per inoltrarsi piuttosto in un territorio ambientale rarefatto. Immaginiamo insomma un incontro tra un coro alpino e il silenzio della montagna. Una musica trascendentale che evoca gli spazi sospesi di notti terse dove anche i più piccoli suoni hanno luogo in uno spazio minuscolo e enorme allo stesso tempo. Dove la vastità è percepita attraverso il dettaglio." (R.P.D.)