Sequenze di Luciano Berio – prima giornata
Solisti di Icarus Ensemble (flauto, viola, clarinetto)
ore 17.30 circa
Luciano Berio, Sequenza IX, per clarinetto (1980)
Mirco Ghirardini clarinetto
sei instabile e immobile, mio fragile frattale,
sei tu questa mia infranta forma che trema
(Edoardo Sanguineti)
Sfruttando le possibilità specifiche del clarinetto – vocalità naturale ed eccezionale velocità – il pezzo esplora le trasformazioni timbriche di una lunga melodia, non senza far tesoro della lunga esperienza di Berio nella musica elettronica.
ore 18.15 circa
Luciano Berio, Sequenza VI, per viola (1967)
Luciano Cavalli viola
il mio capriccioso furore fu già la tua livida calma
la mia canzone sarà il tuo silenzio lentissimo
(Edoardo Sanguineti)
Un cammino, o traiettoria, su una struttura armonica molto densa fatta di accordi in tremolo suonati alla massima energia, che sfocia in una melodia molto semplice.
ore 19.00 circa
Luciano Berio, Sequenza I per flauto (1958)
Giovanni Mareggini flauto
e qui comincia il tuo desiderio, che è il delirio del mio desiderio:
la musica è il desiderio dei desideri
(Edoardo Sanguineti)
L'immagine del flauto è sottoposta qui a una vera e propria metamorfosi. All'ascolto, pare che più voci siano emesse simultaneamente, nonostante lo strumento sia monodico, grazie alla rapidità e mobilità del gioco strumentale, ai salti di registro, ai rapidi cambiamenti di registro e articolazione.
Le Sequenze per diversi strumenti soli, 14 in tutto, hanno punteggiato il lavoro di Luciano Berio lungo tutta la sua carriera, dal 1958 al 2003, anno in cui il Maestro ci ha lasciato. Veri e propri laboratori di scrittura e sperimentazione musicale, le Sequenze sono caratterizzate da una teatralità talora esplicitamente evocata, talora implicita nella vita del suono. Ma esse sono anche scaturigini di poesia: l'amico e sodale di Berio, Edoardo Sanguineti, ha scritto un distico a posteriori per ciascuna Sequenza.
Esse saranno eseguite in alternanza alle performance di Off-Balance, cioè si svilupperanno nel contesto spazialmente e acusticamente avvolgente offerto dagli articolati ambienti dei Chiostri, in un contatto ravvicinato con il pubblico.