In nomine PPP
di Stefano Gervasoni
100° Pier Paolo Pasolini
Cantata per Pier Paolo Pasolini per 8 voci e 16 musicisti, con un video di Paolo Pachini
testi di Pier Paolo Pasolini, a cura di Roberto Calabretto
ensemble vocale Company of Music
Ensemble Phace
direttore Nacho de Paz
Coproduzione PHACE, Wien Modern, Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Teatro Verdi Pordenone & Wiener Konzerthaus (Zyklus PHACE)
Con il supporto di
Ernst Von Siemens Musikstiftung
Forum Austriaco di Cultura a Milano
Informazioni sullo spettacolo
19.11.2022 - h 20:30 - Teatro Cavallerizza
Posto unico
€ 15,00
Video-cantata per Pier Paolo Pasolini a 100 dalla nascita. Un omaggio all’opera del grande artista e intellettuale prima ancora che alla sua figura.
La drammaturgia del lavoro si basa su una selezione di poesie e scritti messi in musica interamente e linearmente da Stefano Gervasoni. Una serie di momenti ben connotati sul piano morfologico e sonoro si dispiegano a comporre un’anamorfosi della struttura di una grande cantata. Al suo interno figurano intermezzi durante i quali alcune composizioni di Josquin Desprez – sui temi del lamento, del compianto per la perdita di una persona, della deplorazione – vengono eseguite nella loro interezza primigenia dall’ensemble vocale, e allo stesso tempo assorbite nella trama del tessuto connettivo musicale originale dall’ensemble strumentale (come a far intendere, parafrasando Desprez: Déploration sur la mort de Pasolini).
Alla struttura musicale si associa e integra profondamente la drammaturgia del video originale di Paolo Pachini, che unifica l’opera e la innerva sinergicamente per tutta la durata. In omaggio alla visione antropologica di Pasolini, il video presenta immagini poetiche ed esemplari dell’umano e della natura, poste in opposizione ai flussi mediatici contemporanei, esplorati e trasformati a loro volta dall’occhio della videocamera. Vengono rilette in chiave innovativa la complessità e le sottigliezze metacompositive del rapporto musica immagine.
Dall’ibridazione dei linguaggi emerge un’espressione lacerata, ma anche talvolta conciliatoria, in omaggio allo sguardo crudo di Pasolini, il cui potere educativo mette a nudo le cose e le rende esemplari, tanto più in un mondo globalizzato del cui intreccio di modernità e ancestralità il poeta era stato profeta.