SOCIETAS RAFFAELLO SANZIO. Il velo nero del pastore
di Romeo Castellucci
Liberamente ispirato alla novella di Nathaniel Hawthorne
musica di Scott Gibbons
con Silvia Costa e Diego Donna
direzione alla costruzione scenografica Massimiliano Peyrone
sculture di scena Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso
collaborazione alla drammaturgia Piersandra Di Matteo
tecnica di palco Michele Loguercio, Filippo Mancini, Lorenzo Martinelli
tecnica luci Fabio Berselli
tecnica del suono Matteo Braglia
coordinamento tecnico Luciano Trebbi
cura oggetti di scena Giacomo Strada
attrezzeria Carmen Castellucci
produzione Benedetta Briglia
organizzazione Gilda Biasini, Cosetta Nicolini
amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci
consulenza amministrativa Massimiliano Coli
scenografie realizzate nel laboratorio DexM, Pesaro
produzione esecutiva Socìetas Raffaello Sanzio
Pproduzione associata Théâtre National de Bretagne / Rennes
in coproduzione con Theater der Welt 2010 deSingel international arts campus / Anversa
The National Theatre / Oslo Norvegia Barbican London and SPILL Festival of Performance
Chekhov International Theatre Festival / Mosca Holland Festival / Amsterdam Athens Festival
GREC 2011 Festival de Barcellona Festival d’Avignon International Theatre Festival DIALOG Wroclaw / Polonia BITEF (Belgrade International Theatre Festival) Spielzeit’europa I Berliner Festspiele Théâtre de la Ville–Paris Romaeuropa Festival 2011 Theatre festival SPIELART München (Spielmotor München e.V.) Le Maillon, Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne TAP Théâtre Auditorium de Poitiers – Scène Nationale Peak Performances @ Montclair State-USA
Si ringrazia Centrale Fies-Dro, Scuola di Scenografia per il Melodramma di Cesena – Accademia di Belle Arti di Bologna, Baraghini Compressori srl di Cesena, Giordano Costantini, Eric Vautrin e Comune di Senigallia – Assessorato alla Promozione dei Turismi e Eventi / Amat per aver ospitato l’ultima fase di prove dello spettacolo
L’attività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Regione Emilia Romagna; Comune di Cesena
Il teatro che cerco e che pratico non è mai una lettura o un commento al pre-esistente. Cerco la completa presenza di un corpo denso e sostanziale, cerco delle linee di forza a partire da una fredda oggettività visiva che sottrae materia dalla realtà e dal tempo.
La figura del protagonista nella parabola di Hawthorne – il Pastore che sceglie di celare il proprio volto con un velo nero per tutta la vita – mi offre un’occasione per indagare l’antico rapporto tra la rappresentazione e la negazione dell’apparire che, dalla tragedia attica, sostiene ogni nostro rapporto con l’immagine.
Il racconto di Hawthorne si spinge fino al limite dell’abisso oltre il quale non c’è più nulla da dire, da vedere: solo lo schianto dodecafonico di un buco nero, in cui la materia si curva sotto il proprio peso e nega se stessa.
Se si potesse riassumere questo spettacolo in una frase si potrebbe dire che qui viene mostrata non la storia di un uomo, bensì quella di un pezzo di vetro oscuro, usato come specchio per riflettere e filtrare l’immagine dell’immagine.
Ogni rapporto illustrativo al testo di Hawthorne risulta vano, perchè assorbito nel collasso del significato programmato e disposto dallo scrittore stesso, che qui io voglio raccogliere come una specie di eredità.
Romeo Castellucci