1 novembre 2014
Teatro Cavallerizza
Sentieri Selvaggi
Carlo Boccadoro, direttore
Filippo Del Corno, Dogma 6, per 6 strumenti (2005)
Armando Gentilucci, Le clessidre di Dürer, per 4 strumenti (1985)
Mauro Montalbetti, Her Dancing Eyes, per ensemble (2006)
Franco Donatoni, Arpège, per 6 strumenti (1986)
Fausto Romitelli, Due domeniche alla periferia dell’impero, per 4 strumenti (1996, 2000)
Carlo Boccadoro, Bad Blood, per pianoforte e 5 strumenti (2002)
Davvero selvaggio è il sentiero tracciato in questo concerto, o forse meglio: “selvatico”. Nel senso di un cammino che conduce in luoghi bellissimi e disparati, paesaggi accidentati in cui dominano varietà e rigoglio, e lo scarto inatteso che tuttavia lascia il tempo del raccoglimento, o della concitazione, prima di passare a una nuova sorpresa.
Fuor di metafora, abbiamo compositori di generazioni diverse, di diverse poetiche, e composizioni di diverso concetto, ora fondate sulla figura, ora sull'impulso ritmico, ora sulle qualità di materia del suono, ora sullo scatenamento tellurico di energie foniche.
Emozionalmente, il concerto ha due facce, ma anche uno strato interno. Una faccia poetica ed evocativa (Gentilucci, Montalbetti), l'altra scabra e irruente (Del Corno, Boccadoro); uno strato interno che – secondo immagine – le mette in contatto, laddove la rarefazione “domenicale” di Romitelli e la cinetica speculativa di Donatoni sembrano venirsi incontro mercè l'inquietudine sotterranea del primo e le vaghe intermittenti sfocature del secondo.
Sentieri Selvaggi viene fondata nel 1997 con un preciso scopo: avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. A tal fine apre il raggio delle collaborazioni a scrittori, architetti, scienziati, video-maker, attori, registi, musicisti rock e jazz, abitando con i propri progetti anche spazi alternativi come gallerie d'arte, piazze, centri commerciali e università Un bagaglio di esperienze che incide fortemente nello stile interpretativo dell'ensemble anche quando si esibisce nei luoghi deputati – teatro e sala da concerto, come nel nostro caso – rendendolo fresco e comunicativo. (erreeffe)
Fuor di metafora, abbiamo compositori di generazioni diverse, di diverse poetiche, e composizioni di diverso concetto, ora fondate sulla figura, ora sull'impulso ritmico, ora sulle qualità di materia del suono, ora sullo scatenamento tellurico di energie foniche.
Emozionalmente, il concerto ha due facce, ma anche uno strato interno. Una faccia poetica ed evocativa (Gentilucci, Montalbetti), l'altra scabra e irruente (Del Corno, Boccadoro); uno strato interno che – secondo immagine – le mette in contatto, laddove la rarefazione “domenicale” di Romitelli e la cinetica speculativa di Donatoni sembrano venirsi incontro mercè l'inquietudine sotterranea del primo e le vaghe intermittenti sfocature del secondo.
Sentieri Selvaggi viene fondata nel 1997 con un preciso scopo: avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. A tal fine apre il raggio delle collaborazioni a scrittori, architetti, scienziati, video-maker, attori, registi, musicisti rock e jazz, abitando con i propri progetti anche spazi alternativi come gallerie d'arte, piazze, centri commerciali e università Un bagaglio di esperienze che incide fortemente nello stile interpretativo dell'ensemble anche quando si esibisce nei luoghi deputati – teatro e sala da concerto, come nel nostro caso – rendendolo fresco e comunicativo. (erreeffe)