RE:PASOLINI
Doppio concerto + Music painting
Prima parte
RE:PASOLINI
Stefano Battaglia Trio
Seconda parte
PASTORALE
Duo Battaglia-Rabbia con Gabriele Amadori
Re:Pasolini.
Stefano Battaglia Trio
Stefano Battaglia (pianoforte), Salvatore Maiore (contrabbasso), Roberto Dani (batteria)
"Battaglia rende omaggio alla molteplicità di interessi di Pasolini con una serie di composizioni che copre un ampio raggio di risonanze emozionali: dall’austera a misuratezza al disturbo frastagliato, talvolta caotico […]. Il più coerente tributo musicale a una delle figure più controverse della cultura italiana, da parte di uno dei più ambiziosi e ragguardevoli pianisti italiani.” (John Kelman “All About Jazz”, 2007)
È insieme all’etichetta discografica ECM che nel 2005 Battaglia progetta un’opera di 35 composizioni originali per tre differenti organici in omaggio a Pier Paolo Pasolini. L’album relativo (il doppio Re:Pasolini) viene pubblicato nel 2007. Ma il progetto non si esaurisce lì, e per il nuovo Stefano Battaglia Trio è imminente una nuova uscita discografica, sempre per ECM.
Pastorale.
Duo Stefano Battaglia (pianoforte), Michele Rabbia (batteria)
Con il Music Painting su grande tela di Gabriele Amadori
Quando Battaglia e Rabbia cominciarono a lavorare in duo, il primo metodo di lavoro utilizzato fu l’improvvisazione totale. Nel corso del tempo hanno esplorato altri approcci. Durante le improvvisazioni “guidate” i ruoli degli strumenti sono spesso rovesciati: da una parte le percussioni si possono muovere verso l’elettronica trasformando la trama ritmica in melodia, dall’altra Battaglia ricorda come il pianoforte sia anche uno strumento a percussione. Un ulteriore sviluppo del metodo improvvisativo di Battaglia/Rabbia è quello di incorporare materiali derivanti dal folk, in particolare mediterraneo e arabo-andaluso, o materiali che evocano paesaggi naturali, oppure di addentrarsi nell’artificio dichiarato, quando interagiscono con lo spazio circostante, espandendolo e contraendolo con l’elettronica.
L’improvvisazione si trasforma in un fatto ancora diverso se interagisce con l’azione pittorica dal vivo di Gabriele Amadori. Suono e gesto pittorico, timbri e colori, vengono a costruirsi progressivamente in un mutuo scambio di ispirazione ed energie che infine conduce all’opera pittorica finale, cresciuta sotto i nostri occhi.
L’evento si riconnette storicamente alle esperienze interdisciplinari del cosiddetto teatro totale, dove apporti diversi di soggetti complementari trovano un percorso e risultati comuni.
Amadori dipinge su una grande tela di 8×2,50 m.