24 ottobre 2008
Let's Dance
PATHOSFORMEL / SANTASANGRE
Strati della Cultura – Arci
presenta
presenta
ore 21
PATHOSFORMEL La timidezza delle ossa
con Daniel Blanga Gubbay, Francesca Bucciero, Paola Villani
e con la collaborazione di Milo Adami
produzione pathosformel / FIES Factory One – in collaborazione con Sezione Autonoma – Teatro Comandini. Cesena – Segnalazione speciale – Premio Scenario 2007
ore 22
SANTASANGRE Frammento
ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo
partitura ed elaborazione del suono Dario Salvagnini
elaborazione del video Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci
voce e corpo Roberta Zanardo
ideazione costume di scena Maria Carmela Milano
produzione Santasangre 2008.
Pathosformel: La timidezza delle ossa Su una superficie bianca riaffiorano quelli che sembrano essere resti umani o reperti di una civiltà sepolta: frammenti che si affermano in rilievo, che sembrano sbocciare da questa materia lattea per generare un bassorilievo in continuo movimento.
La progressione delle immagini ricrea un corpo nell’atto della propria formazione. Se dal principio i frammenti appaiono singolarmente, arrivano in seguito a ricomporre l’immagine familiare di un corpo umano. Come feti che definiscono la propria anatomia durante i mesi della gestazione, i corpi si modellano gradualmente e sperimentano la capienza dell’utero premendo ciecamente contro le pareti di un pallido ventre materno.
Setto nasale, femore, nocche e scapole sono scomposti ed esposti attraverso un’epidermide talmente sottile da non riuscire più a celare nulla: sono apparizioni che privilegiano gli spigoli delle ossa e comprimono la forma della carne, modificando la percezione del corpo fino a creare una sorta di danza radiografica. Del corpo umano rimane così la sola struttura portante e spariscono fisionomia, tratti distintivi e carne.
Così ogni volta che il corpo si distacca, i rilievi vengono nuovamente inghiottiti dall’indifferente omogeneità del telo, come dettagli di un ricordo che si va lentamente perdendo; i frammenti divengono i caratteri di una nuova forma di scrittura che non può lasciare traccia o testimonianza.
Setto nasale, femore, nocche e scapole sono scomposti ed esposti attraverso un’epidermide talmente sottile da non riuscire più a celare nulla: sono apparizioni che privilegiano gli spigoli delle ossa e comprimono la forma della carne, modificando la percezione del corpo fino a creare una sorta di danza radiografica. Del corpo umano rimane così la sola struttura portante e spariscono fisionomia, tratti distintivi e carne.
Così ogni volta che il corpo si distacca, i rilievi vengono nuovamente inghiottiti dall’indifferente omogeneità del telo, come dettagli di un ricordo che si va lentamente perdendo; i frammenti divengono i caratteri di una nuova forma di scrittura che non può lasciare traccia o testimonianza.
Santasangre: Frammento In uno spazio anonimo sembra svolgersi un’azione destinata ad un pubblico assente. Una platea, posta in un altrove sconosciuto, osserva l’unica presenza in scena che si offre in un’ultima performance.
L’azione è un commiato del corpo in continua sottrazione in cui solo la voce restituisce la possibilità di una relazione.
Un esperimento in cui voce corpo e suono si inseguono con delle fughe e degli arresti complici e indisciplinati. Suoni campionati e voce dal vivo in rielaborazione real time, scandiscono gli accenti di un canto dimenticato.
L’azione è un commiato del corpo in continua sottrazione in cui solo la voce restituisce la possibilità di una relazione.
Un esperimento in cui voce corpo e suono si inseguono con delle fughe e degli arresti complici e indisciplinati. Suoni campionati e voce dal vivo in rielaborazione real time, scandiscono gli accenti di un canto dimenticato.