Un set speciale, creato ad hoc per un titolo popolare e accattivante, un teatro musicale che cita e rinnova la tradizione italiana legata al racconto fantastico: i cantastorie, il teatro delle marionette e i carri di Tespi.
E allora Figaro! Il bravo factotum, istrionico e poliedrico questa volta si improvvisa camionista e porta la sua storia in piazza. Gli intrighi e gli intrecci amorosi tra i personaggi si svolgono tutti dentro, sopra, sotto e intorno al camion.
La sponda si apre e diventa proscenio, all’interno del rimorchio un’architettura stilizzata, volumi e aperture che prendono vita grazie alle immagini poetiche e surreali di Gianluigi Toccafondo. Una scenografia in cui le animazioni video ampliano la possibilità di sviluppare un racconto visionario in cui gli ambienti si trasformano emotivamente, dilatandosi o rimpicciolendosi a tempo di musica in prospettive falsate, ispirate alle grafiche del tardo 700.
Monete giganti sgorgano dalle tasche dell’abito di Figaro travolgendo il Conte d’Almaviva, esplosioni di cuori e serpenti animano i capelli di Rosina che, chiusa nella sua piccola stanza sogna città stilizzate dal gusto spagnoleggiante, mentre le ombre reali di Bartolo e Basilio, diventano in un gioco di controluce i loro fantasmi interiori che ricoprono tutto lo spazio scenico. Figaro! vuole essere una magia aperta, un gioco comico e malinconico in cui le dimensioni si stravolgono e dove tutto ciò che è conosciuto può diventare folle, oscuro, grottesco.