K&K Elektro Gesängen
Laura Faoro - Massimiliano Viel
Massimiliano Viel ribbon controller, elettronica dal vivo
Tempo Reale regìa del suono (Francesco Canavese)
Karlheinz Stockhausen, Kathinkas Gesang per flauto ed elettronica (1983)
Informazioni sullo spettacolo
19.10.2019 - h 18:00 - Palcoscenico del Teatro Valli
Posto unico
€ 8,00
Foto: Vico Chamla, Alfredo Anceschi
K&K Elektro Gesängen, ovvero i canti elettronici di Karlheinz (Stockhausen) e Kathinka (Pasveer). Il concerto mette in luce diversi aspetti della spazialità, dalla quale Stockhausen è sempre stato, in molti sensi, attratto. Si tratta in questo caso di spazi idealmente terrestri e atmosferici: quello teatrale di Kathinkas Gesang, con la scena e l’azione prescritte dall’autore, e quello di Spiral, basato sulle onde radio, un canto via etere.
“In Spiral Stockhausen ha cercato di imbrigliare la tensione creativa di un improvvisatore attraverso una notazione estremamente astratta che indica all’interprete i processi da mettere in atto, ma lo lascia libero di incontrare i materiali sonori prodotti dall’universo e captati dall’etere. […]. La spirale è quell’istante eterno in cui i parametri della mondanità terrestre trasfigurano e si fondono l’un l’altro nell’ineffabile, il processo che permette all’umano di elevarsi a una realtà più profonda. […] Quella che eseguo è una versione per ribbon controller ed elettronica dal vivo.” (M.V.)
“Il canto di Kathinka è, in Samstag aus Licht, il Requiem per Lucifero, personaggio riletto da Stockhausen come l’eterno imperfetto e archetipo di ogni anima terrena. In tal senso il Requiem è pensato ‘per ogni vivente che cerchi la luce eterna’. […] La flautista gatta (figura animale di Samstag) entra in scena da una bara stilizzata, e realizza la sua ascesi attraverso un (arduo) rituale musicale con movimenti in scena […]. Pochi mesi dopo la prima, Stockhausen volle realizzare una nuova versione scenica per flauto ed elettronica in esafonia […] dichiarò di aver ottenuto suoni ‘di una bellezza mai sperimentata prima’, che […] creavano “un mondo magico che circonda la voce solitaria del flauto’. Questa è la versione che presenterò.” (L.F.)