Inventare il vero
Musica, danza, ricerca, tecnologie, espressione e teatro nella contemporaneità
Con un contemporaneo d'eccezione: Giuseppe Verdi
«Copiare il vero può essere una buona cosa,
ma inventare il vero è meglio, molto meglio.»
(Verdi)
Yuval Avital / Matteo Guarnaccia,
Balletto Civile, Syd Barrett, Luciano
Berio, Simona Bertozzi, Collettivo Cinetico,
exCSI (Magnelli Maroccolo Zamboni),
Fennesz/Lillevan, William Forsythe,
Nicola Galli, Adriano Guarnieri, Johan Inger,
Akram Khan, Masako Matsushita,
Wayne McGregor,
Francesco Micheli, Daniele
Ninarello, Fabián Panisello, Matteo Pennese,
Alessandro Sciarroni, Ambra Senatore,
Virgilio Sieni, L'Usignolo
Giuseppe Verdi,
Sasha Waltz, Oscar Wilde, Frank Zappa
Ma il “vero” non dovrebbe giacere lì fuori di noi, oggettivo, pronto casomai a essere scoperto, invece che inventato? Ovviamente no, ovviamente il vero include il soggetto e sotto la superficie scabra di un presunto ossimoro salta fuori una verità dialettica, vale a dire una verità che non sta mai ferma.
Il pensiero di Verdi, pensiero pratico e apparentemente rustico, vola alto – dove la nozione di alto andrebbe corredata della nota di Bruno Barilli: “Se gli avessero portato per le briglie Pegaso, il cavallo dalle ali, egli lo avrebbe attaccato a un aratro”.
Benché Verdi non abbia inteso lasciare ai posteri alcuna teoria estetica, e i suoi pensieri debbano essere “spiati” in epistolari privati, non smettiamo ancora di valutarli e di rifletterci sopra. È così che incontriamo in Verdi un nostro contemporaneo: uno che inventa novità anche scioccanti su radici ben affondate nella terra, nella storia e negli uomini.
Verdi è linfa per questo festival Aperto 2013, anno del Bicentenario della nascita. Lo è sia come oggetto di reinvenzione, sia come presenza contemporanea fra “colleghi” adusi a inventare il vero: da Luciano Berio a Sasha Waltz, da Alva Noto ad Akram Khan, dai giovani coreografi ai rocker che cercano.
Una contemporaneità – quella di Verdi col nostro tempo – sottolineata programmaticamente anche dal collegamento tematico con la stagione d'opera, che manderà in scena, a incastro, fra due fasi del festival, I vespri siciliani per la regia dal taglio fortemente attualizzante di Davide Livermore.
Il festival è scandito in tre fasi: il Week-end Inaugurale, fitto di eventi performativi a fine settembre; il Corpo Centrale del festival in ottobre, con spettacoli diffusi anche infrasettimanali; e dopo la breve “interruzione verdiana”, la Settimana Conclusiva a metà novembre, con i quattro momenti clou musicali, visuali e di danza rappresentati da Yuval Avital, Wayne McGregor, Alva Noto, Virgilio Sieni.
Si rintracciano i seguenti temi:
• Verdi nostro contemporaneo
• Omaggio a Berio (con un saluto a Frank Zappa)
• ElectronicArtRock
• Reggioemiliadanza
• Off-Balance. Danza contemporanea italiana #3
I collegamenti fra musica e danza sono assidui e insistiti, i motivi rimescolati, sia per grandi temi, sia su scala piccola e virale.
Così i progetti verdiani (Progetto per Verdi, Credito Italiano Verdi, Patria sì bella e perduta e Il trovatore ballabile) evocano a diverso titolo pratiche dell'invenzione contemporanea: le nuove scritture musicali, lo happening, la narrazione performativa, il dialogo con la cultura popolare e giovanile.
I lavori di McGregor, Khan e di alcuni coreografi di Off-Balance poggiano su musiche elettroniche che trovano rispondenza nei concerti di Fennesz e di Alva Noto; le musiche contemporanee usate da Sasha Waltz (Varèse, Xenakis, e altri) rimandano ai concerti con Berio, Zappa, Panisello, Guarnieri; i due ultimi peraltro fanno parte di un progetto Verdi, mentre Berio ritorna nella serata Aterballetto; la prospettiva multiespressiva di Waltz è propria anche dei concerti con visuals.
Il rock omaggia l'opera – e indirettamente Verdi – attraverso il cinema (ex CSI); Aidoru evoca un'idea di paesaggio incrociando rock e videoanimazioni. Avital reinventa, con un ensemble radunato per l'occasione e il contributo video-artistico di Matteo Guarnaccia, un'icona del rock: Syd Barrett. Mentre tutti i concerti di ElectronicArtRock sono concepiti senza eccezioni in relazione a diverse forme di arte visuale.
L’Amleto del Collettivo Cinetico e il progetto De Profundis, lavori diversissimi, modificano profondamente i due illustri testi (di Shakespeare e Wilde), che in tal modo vengono spinti lontano da sé, in una prospettiva di urgente re-invenzione.
E così procedendo, di “invenzione del vero” in “invenzione del vero”…
Informazioni sullo spettacolo
26.09.2013 - Teatri Valli, Ariosto, Cavallerizza, Chiostri di San Pietro, Collezione Maramotti