I DEMONI
di Fëdor Dostoevskij
Regia di Peter Stein
Lo spettacolo dura 11 ore e 30 minuti
Sono previste due pause di un’ora per il pranzo e la cena alle ore 14.10 e 18.50; e quattro pause di 15 minuti alle ore 12.30, 16.30, 17.50, 20.40.
Tieffe Teatro Milano e Wallenstein Betriebs-GmbH Berlin
in collaborazione con Napoli Teatro Festival
presentano
I DEMONI
da Fëdor Michailovič Dostoevskij
adattamento originale e regia Peter Stein
con
Antòn Lavrént´evič Grigoreiev – Andrea Nicolini
Stepàn Trofímovič Verchovenskij – Elia Schilton
Varvara Petrovna Stavrògina – Maddalena Crippa
Praskov´ja Ivànovna Drozdova – Maria Grazia Mandruzzato
Nikolàj Vsévolodovič Stavrogin – Ivan Alovisio
Pëtr Stepànovič Verchovenskij – Alessandro Averone
Ivàn Pàvlovič Šatov – Rosario Lisma
Alekséj Nilyč Kirillov / Tichon – Fausto Russo Alesi
Lizaveta Nikolàevna Drozdova – Irene Vecchio
Dar´ja Pàvlovna Šàtova / Mar´ja Ignàt´evna Šàtova – Franca Penone
Mar´ja Timoféevna Lebjàdkina / Arina Pròchorovna Virghínskaja – Pia Lanciotti
Ignàt Lebjadkin – Franco Ravera
Mavrikij Nikolàevič – Paolo Mazzarelli
Júlija Michàjlovna von Lembke – Paola Benocci
Andréj Antònovič von Lembke – Giovanni Crippa
Liputin – Giovanni Visentin
Virginskij – Carlo Bellamio
Šigalëv – Fulvio Pepe
Ljamšin – Luca Iervolino
Erkel´ – Riccardo Ripani
Gaganov / insegnante zoppo / principe Armando de Ceccon
Fed´ka / ginnasiale – Matteo Romoli
Alekséj / professore / il maggiore – Nanni Tormen
studentessa – Federica Stefanelli
ragazza / donna magra – Antonia Renzella
al pianoforte Arturo Annecchino / Giovanni Vitaletti / Massimiliano Gagliardi
assistenti alla regia – Carlo Bellamio, Markus Stein
sarta – Mariella Visalli
musiche di scena – Arturo Annecchino
scene – Ferdinand Woegerbauer
costumi – Anna Maria Heinreich
luci – Joachim Barth
fotografi di scena – Tommaso Le Pera, Andrea Boccalini
In collaborazione con Teatro Festival Parma
"I Demoni" ha vinto il premio Ubu
come spettacolo dell’anno 2009
12 ore di spettacolo, quasi 30 attori in scena, 950 pagine di un romanzo miliare della modernità: sono questi alcuni dei numeri dell’impresa che Peter Stein ha messo caparbiamente a segno con I demoni di Fëdor Dostoevskij, presentato a maggio 2009 in Umbria, nell’antico borgo di San Pancrazio, in forma di workshop. E già si parla di uno spettacolo "storico": una realizzazione unica che il grande regista ha fortemente voluto, accettando una sfida non facile e che lo ha portato ben oltre il teatro cui siamo convenzionalmente abituati. L’idea è quella di portare in scena, con una recitazione "alla russa", più simile a quella cinematografica, quasi integralmente la storia del capolavoro di Dostoevskij, rivedendo totalmente il rapporto con il pubblico che, nella giornata di "vita insieme all’opera", ne diventa quasi partecipe e non solo osservatore. E così diventano anche più familiari, più facili da riconoscere dentro di noi, quei Demoni con cui Dostoevskij indicava le malattie di una generazione di cui siamo i figli. Peter Stein ora – con e per gli attori che lo hanno seguito e per tutto il lavoro svolto fin qui – ha deciso di continuare il percorso intrapreso, cui si è intanto affiancata la produzione di Tieffe Teatro Milano, e iniziare un’importante tournée italiana e mondiale, che vedrà la presenza del kolossal teatrale nei maggiori festival internazionali, tra cui il Lincoln Center Festival di New York, l’Hollandfestival di Amsterdam, il Festival di Atene, il Wiener Festwochen di Vienna, il Festival d’Automne di Parigi, il Ravenna Festival e il Napoli Teatro Festival.
I Demoni che Fëdor Dostoevskij descrive nel suo romanzo sono le malattie, le deformazioni, le pazzie di una giovane generazione che ha perso la fede nella religione diventando vittima dell’ideologia. Una generazione indifferente, senza orientamento, nichilista ma piena di voglia di vivere e di creare un nuovo mondo, l’uomo nuovo. Dostoevskij ha avuto una visione chiara dello sviluppo della società russa, così come si sarebbe manifestata 50 anni dopo con lo stalinismo. Ma non soltanto questo, la sua è una descrizione visionaria delle conseguenze del pensare moderno, materialista, razionale e nichilista, che mette in dubbio tutto. In questo sfondo cupo l’autore ci racconta storie di relazioni umane tenere e crudeli, ci presenta una gamma di persone molto diverse, in una struttura polifonica, che si incontrano in situazioni complicatissime, si cercano ma non si trovano e finiscono tutte tragicamente in omicidi, suicidi o in pazzie. Ma il racconto è anche pieno di umorismo e d’ironia.
Il mio adattamento, che conosce diverse versioni (Camus, Casdorf, Dodin, Wajda) vuole dare una versione quasi completa del capolavoro di Dostoevskij e dei suoi personaggi. Quindi reciteremo 9 ore complete, che diventeranno 12 ore di spettacolo con quattro pause di 15 minuti e due di un ora per pranzo e cena.
Io rimango in scena con loro per accompagnare il pubblico attraverso lo spettacolo spiegando le lacune e aiutando nei cambiamenti di scena.
Peter Stein