Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto
L'eco dell'acqua - prima assoluta
14'20" - prima assoluta
Antitesi
L’eco dell’acqua – prima assoluta
coreografia e ideazione scene Philippe Kratz
musiche Federico Albanese, Jonny Greenwood, Howling, Arvo Pärt, Sufjan Stevens, The Haxan Clock
costumi Costanza Maramotti e Philippe Kratz
luci Carlo Cerri
Philippe Kratz, danzatore e coreografo dell’Aterballetto, si misura con un nuovo balletto, ispirato a una poesia di J.W. Goethe, sul tema del destino.
14’20’’ – prima assoluta del riallestimento per Aterballetto
estratto/duo dall’opera 27'52''
coreografia e scene Jirí Kylián
musica originale Dirk Haubrich basata su due temi di Gustav Mahler
costumi Joke Visser
luci Kees Tjebbes, Loes Schakenboss
Si tratta, infatti, di una parte dell’opera originale intitolata 27'52"
La nostra vita sembra essere scandita dal tempo – Ma "tempo" è un termine molto astratto! Non sappiamo cosa sia il tempo.
Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima.
Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il "tempo" non esiste – Ci insegnano che il "tempo" è solo un’invenzione degli esseri umani.
Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo.
L’opera che ho realizzato non riguarda solo il "tempo". Affronta anche altri temi quali la "velocità", l’"amore" e l’"invecchiamento".
In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile.
Ji?í Kylián
Antitesi
coreografia Andonis Foniadakis
musiche Giovan Battista Pergolesi, Fausto Romitelli, Domenico Scarlatti, Giacinto Scelsi, Giuseppe Tartini
sound design Julien Tarride
costumi Kristopher Millar & Lois Swandale
luci Carlo Cerri
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto
L’eco dell’acqua. Philippe Kratz, danzatore e coreografo di Aterballetto, si misura con un nuovo balletto, ispirato a una poesia di Goethe, sul tema del destino.
14’20’’. Il titolo deriva semplicemente dalla durata del pezzo. Si tratta, infatti, di una parte dell’opera originale intitolata 27'52".
«La nostra vita sembra essere scandita dal tempo. Ma 'tempo' è un termine molto astratto! Non sappiamo cosa sia il tempo.
Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima.
Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il tempo non esiste.
Ci insegnano che il tempo è solo un’invenzione degli esseri umani.
Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo.
L’opera che ho realizzato non riguarda solo il tempo. Affronta anche altri temi quali la velocità, l’amore e l’invecchiamento.
In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile.»
(Jirí Kylián / L’Aia, Paesi Bassi, 22 luglio 2013)
Prima mondiale di 27’52’’: L’Aia, Paesi Bassi, Nederlands Dans Theater 2, Lucent Danstheater, 21 febbraio 2002.
Prima di 14’20’’: Reggio Emilia, Teatro Municipale Valli, Gala dei Ritorni, 16 gennaio 2007.
Prima rappresentazione assoluta Milano, Teatro Strehler, 11 giugno 2015