17 ottobre 2014
Teatro Municipale Valli
Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto
Don Q. - balletto a serata intera, prima assoluta
coreografia Eugenio Scigliano
musiche Musica classica spagnola, Kimmo Pohjonen
scene e luci Carlo Cerri
video Carlo Cerri e OOOPStudio
costumi Kristopher Millar e Lois Swandale
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto, Giuseppina Carbosiero, Francesca Messori – realizzazione scene Minelli Restauratori, Gubbio – scenografie Peroni
Essere artista ha sempre significato possedere ragione e sogni.
(Thomas Mann)
(Thomas Mann)
Archetipo di una particolare natura umana – quella del “dreamer” – e proprio per questo elevato a mito capace di attraversare epoche e culture, incarnazione di uno stato dello spirito e della mente del tutto e meravigliosamente “a-normali” da evocare alla bisogna, Don Chisciotte è stato anche e più volte frequentato dal teatro di danza, perché il coreografo interessato a evocare attraverso la metafora del movimento una condizione che fa delle azioni il frutto talvolta bizzarro di un mondo interiore acceso di sogni e ideali, trova nell'Hidalgo di Cervantes la sintesi perfetta e la fonte inesauribile di ispirazione. Perché Don Chisciotte è uno e centomila e ognuno può ritrarre il 'suo' Don Chisciotte. Come fa Eugenio Scigliano, nel nuovo progetto per Aterballetto, in cui il coreografo empaticamente si riflette nel suo personaggio e ne traduce lo spaesamento umano e la necessità di non abdicare ai propri ideali anche se la realtà congiura per soffocarli.
In una Spagna che stava mutando rapidamente, che stava abbandonando le sue regole e i suoi valori, il Don combatte l'angoscia e l'incertezza di tempi rozzi e confusi restando fedele ai suoi sogni e al suo codice morale e regalandone i segreti al suo amico Sancho. Allo stesso modo, in un periodo altrettanto disorientante e dettato da mutamenti repentini e francamente oscuri, il Cavaliere di Scigliano viene a incarnare l'essenza dell'essere artista, rivendicando il potere della sensibilità e la sua missione di “tener desto – nonostante tutto – il senso di meraviglia nel mondo”. E se la bellezza, in qualche modo, ci salverà, anche l'alter ego del Don, Sancho Panza, grazie alla condivisione delle esperienze di vita con l'amico, imparerà a goderne per sopravvivere alle fatiche dell'esistenza.
In una Spagna che stava mutando rapidamente, che stava abbandonando le sue regole e i suoi valori, il Don combatte l'angoscia e l'incertezza di tempi rozzi e confusi restando fedele ai suoi sogni e al suo codice morale e regalandone i segreti al suo amico Sancho. Allo stesso modo, in un periodo altrettanto disorientante e dettato da mutamenti repentini e francamente oscuri, il Cavaliere di Scigliano viene a incarnare l'essenza dell'essere artista, rivendicando il potere della sensibilità e la sua missione di “tener desto – nonostante tutto – il senso di meraviglia nel mondo”. E se la bellezza, in qualche modo, ci salverà, anche l'alter ego del Don, Sancho Panza, grazie alla condivisione delle esperienze di vita con l'amico, imparerà a goderne per sopravvivere alle fatiche dell'esistenza.
Il lavoro si sviluppa su musiche spagnole dal XVII secolo a oggi e composizioni del finlandese Kimmo Pohjonen.