Emanuele Arciuli pianoforte
El pueblo unido jamás será vencido
36 variazioni di Frederic Rzewski
Frederic Rzewski, The People United Will Never Be Defeated!, 36 variazioni per pianoforte (1976)
Questo notissimo trascinante inno al cambiamento sociale, circolava da tempo per le strade di Santiago nel Cile di Salvador Allende, quando il compositore e attivista Sergio Ortega, dandogli una veste musicale compiuta, gli guadagnò un posto d’onore nel movimento musicale poetico e politico della Nueva Canción Chilena, grazie all’esecuzione del gruppo Quilapayún – era il giugno del 1973. Tre mesi dopo il generale Pinochet rovesciava il governo di Unidad Popular con un golpe sanguinoso che gettava il Cile in un’orrenda dittatura militare. Era settembre e un altro gruppo cileno, gli Inti-Illimani, veniva sorpreso da quei fatti mentre si trovava in Italia, dove si stabilì in esilio. Furono loro a far conoscere al resto del mondo El pueblo unido, simbolo della lotta cilena e da allora canto internazionale caro a tutti gli oppressi.
Informazioni sullo spettacolo
15.11.2023 - h 20:30 - Teatro Cavallerizza
Posto unico
€ 10,00
Frederic Rzewski, compositore statunitense, progressista, amico di Ortega, pone il tema del canto a fondamento di un’architettura complessa, per struttura stile e scrittura, di 36 variazioni. Un’opera di circa un’ora affine alle Variazioni Goldberg di Bach e delle Diabelli di Beethoven, che porta un grido di emancipazione popolare nelle sale da concerto.
“The People United è una serie di 6 cicli, ciascuno dei quali composto di sei stadi nei quali appaiono diverse relazioni musicali nell’ordine:
1) eventi semplici;
2) ritmi;
3) melodie;
4) contrappunti;
5) armonie;
6) combinazioni di tutti i precedenti.
Ciascuno dei cicli più lunghi sviluppa un carattere suggerito dal singolo stadio cui corrisponde, di conseguenza il terzo ciclo è lirico, il quarto tende al conflitto, il quinto alla simultaneità (questo è anche il più libero), il sesto ricapitola in modo tale che il primo stadio è un riepilogo di tutti i precedenti primi stadi, il secondo di tutti i secondi, e così via. Accanto al tema principale compaiono due canzoni in due punti diversi: la canzone rivoluzionaria italiana Bandiera rossa, in riferimento a coloro che in Italia negli anni 70 aprirono le porte ai tanti in fuga dal fascismo cileno; e la canzone antifascista di Hanns Eisler Solidaritätslied, a memoria del fatto che sono esistite in passato minacce analoghe a quelle presenti, e che è importante imparare da quelle. […] La notevole lunghezza della composizione può essere un’allusione all’idea che l’unificazione dei popoli è una lunga storia, e che nulla degno di essere ottenuto lo si acquista senza sforzo.” (Frederic Rzewski, 1994)