COMPAGNIE MAGUY MARIN
Salves
ideazione Maguy Marin in collaborazione con Denis Mariotte
Ideazione Maguy Marin in collaborazione con Denis Mariotte
interpreti Ulises Alvarez, Kais Chouibi,Teresa Cunha, Romain Bertet, Mayalen Otondo, Jeanne Vallauri, Vania Vaneau
assistente Ennio Sammarco direzione tecnica e luci Alexandre Béneteaud scenografia Michel Rousseau costumi Nelly Geyres attrezzeria Louise Gros, Pierre Treille suono Antoine Garry
Coproduzione: Biennale de la danse de Lyon 2010 / Théâtre de la Ville de Paris / Centre chorégraphique national de Rillieux-la-Pape – Cie Maguy Marin
Salves inizia in maniera quasi misteriosa, tra lampi di luce che squarciano il buio della scena, permettendo al pubblico di intravedere piccoli accadimenti: corse senza scopo apparente, incontri o scontri tra i personaggi, scene di vita quotidiana… Poi il ritmo cresce, e arriviamo al finale, incalzati dalla straordinaria capacità di Maguy Marin di costruire grandi scene espressioniste e visionarie. Spettacolo manifesto, Salves raccoglie in un sol colpo il grande talento della coreografa francese capace di coniugare insieme in maniera magistrale senso del teatro, arte dello spazio e conoscenza del ritmo visivo e musicale.
Senza mai cadere nel semplicismo o nel demagogico, ma politico nel senso forte del termine questo spettacolo è il campanello d’allarme di un mondo malato in cui la rabbia vince ancora sulla disperazione. Icona della nouvelle danse francese, attiva da oltre 30 anni sulle scene internazionali, Maguy Marin non rinuncia al ruolo di anticonformista e coreografa-contro, che ama mettersi in discussione e ricominciare da capo. Dopo aver presentato alla Biennale della danza di Lione Salves, osannato da critica e pubblico, Maguy Marin – nata a Tolosa da genitori spagnoli fuggiti in Francia ai tempi della Guerra Civile – cambia vita. Lascia il Centre Choréografique National di Rilleux-La-Pape, nella difficile periferia lionese, e si ripropone con una compagnia indipendente. A fine 2011 creerà un nuovo spettacolo per il Balletto dell’Opéra di Lione con il quale ha già dato vita a due memorabili successi mondiali: Cendrillon e Coppélia.
Dagli inizi decisamente classici attraverso un percorso folgorante nella modernità: la carriera di Maguy Marin, già solo per questo, è esemplare.
Tutto è iniziato nel modo più tradizionale. A otto anni studia danza al Conservatorio di Tolosa, dove lavora con la grande Nina Vyroubova, étoile eccezionale che ha danzato per Roland Petit, per il Marchese de Cuevas e per l’Opera di Parigi. Classicismo puro, ma senza dubbio con un senso di evasione verso il poetico. Ingaggiata dall’Opera di Strasburgo, Maguy Marin intraprende un cammino che avrebbe potuto mantenerla sempre nella strada del neo-classico. Il suo temperamento si rivela essere invece d’altra natura, aspirazioni diverse, con una forza interiore che la spinge a tentare una nuova avventura.
A Bruxelles, Maurice Béjart crea Mudra, dove si insegna danza, ma anche altre discipline come la musica, il canto, il teatro, che sono gli strumenti del suo linguaggio. Aperto a tutte le forme d’espressione, in particolare alle culture extra-europee, la natura di questo insegnamento è di allargare lo spirito. La personalità di Maguy Marin si afferma rapidamente. Partecipa alla formazione del gruppo "Chandra" che, sotto la direzione di Micha van Hoecke, si stacca dalla scuola. Anche le idee di Carolyn Carlson la seducono, collabora infatti anche con la grande coreografa americana. Il passo decisivo è superato. Non sarà mai più una ballerina classica. Come per molti altri, Mudra la porta in un primo tempo al Ballet du XX Siècle, dove crea alcune coreografie.
Dal 1976 tuttavia comincia a creare i propri balletti, regalando al Ballet du XX siècle Yu-Kuri prima di lasciarlo. L’anno seguente Brahms le ispira Evocation e nel 1978 crea altri quattro balletti: Dernier geste su musica di Bach, Puzzle su musica di Steve Reich, L’Adieu su musica di S. Dosse e Nieblas de Nino su musica popolare spagnola, che riceverà il premio Concours de Bagnolet, dopo quello di Nyon. In tutti questi lavori si profilano già le forme che caratterizzeranno le sue creazioni successive. Nieblas de Nino, l’opera allora più completa, segna anche uno dei suoi primi contatti con la civiltà iberica, una fonte d’ispirazione alla quale tornerà spesso in seguito.
Con Daniel Ambash fonda la sua prima vera compagnia, il Ballet Théâtre de l’Arche. Il nome è significativo. Si tratta di danza, ma in un rapporto stretto con le forme dello spettacolo più completo, che si avvicina al teatro drammatico. I corpi dei ballerini sono già forgiati in un linguaggio simile a quello di Béjart, le immagini traggono la loro forza da opposizioni e contrasti ancora più marcati, la musica gioca un ruolo ben specifico, anche se, nel 1979, si appoggia ancora a compositori come Stravinskij per Zoo o Schubert per La jeune fille et la mort. Nel 1980 si volge a Bartok per Contrastes, ma anche verso la musica tradizionale africana in Jodle. E’ l’anno di Cante e di Réveillon, un anno di riflessione attiva dove si portano a maturazione tutti i germogli accumulati in questo spirito fervido e che sbocceranno nel 1981 con un primo capolavoro assoluto: May B.
Ispirato da Beckett, il balletto sconvolge il pubblico e la critica. Alcuni la prenderanno come un’aggressione. Trucchi e costumi che ricordano il Buto più austero, intenzioni di una durezza e di una ferocia talvolta al limite del sopportabile, ma opera di una potente originalità e di una fattura perfetta. Da allora in poi non c’è più esitazione ma un seguito di creazioni di grande portata, sempre più complete, sempre più approfondite, sempre più dominate. Nel 1982 crea Babel Babel, dove si oppongono l’universo primitivo della creazione del mondo in un’estetica alla Matisse su pagine di Mahler, a una modernità violenta e caotica stile anni Cinquanta su uno sfondo rock e di club da vacanza. Non si può che ammirarne la bellezza dei corpi nudi che marciano verso un’umanità in formazione o la precisione delle scene di folla dall’umorismo tagliente. May B è stata eseguita trecento volte, in Francia e all’estero, Babel Babel trionferà ovunque, compreso il Théâtre des Champs Elysées. Nel 1983, il GRCOP le commissiona Jalco, in seguito al quale il Ministero della Cultura le assegna il Gran Prix National de Chorégraphie. L’anno seguente sarà quello di un altro passo avanti con Hymen e il battesimo della "Compagnie Maguy Marin". Segno molto positivo della riuscita, gli avanguardisti non la riconoscono più come una di loro. Che importa? Maguy prosegue nel suo cammino. Il 1985 sarà segnato da due opere importanti. Calambre, che si riallaccia ad una Spagna violenta, aspra, colorata, fuori dai clichés. L’amore, la morte, il sole e il ritmo si mescolano in un contesto brillante e oscuro.
Poi, si annuncia una nuova avventura: il Lyon Opéra Ballet le commissiona una coreografia della Cenerentola di Prokofiev. Messa a confronto con una partitura di questa levatura, Maguy Marin non si spaventa. Naturalmente non prenderà la strada verso la tradizione. Immagina al contrario un mondo Magico, incredibilmente poetico, frutto di immagini infantili riviste dalla fantascienza e dal duemila. Impone ai ballerini di deformare i loro corpi in mille processi che, con maschere al lattice, li rende simili a grossi pupazzi che ricordano Nikki de Saint-Phalle. Tenerezza, umorismo, meraviglia si mostrano in una superba scena dove questi personaggi creano una vera mitologia fiabesca di un tale impatto che il successo è veramente folgorante. Invitato due volte negli Stati Uniti, il balletto festeggerà il suo centenario nel 1987 al City Center di New York prima di continuare la sua tournée mondiale.
L’anno seguente, Maguy Marin viene insignita con il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et Lettres e inizia a lavorare intensamente con il Centre National de Danse Contemporaine d’Angers dove viene creato Eden. Realizza lei stessa la banda sonora con arie d’opera cantate dalla Callas, ma crea soprattutto immagini violente, nuove, sempre più fitte. Un gran pas de deux s’impone di colpo come uno dei momenti più importanti della creazione contemporanea.
Ma il teatro resta una delle ossessioni della coreografa. Accetta nel 1987 di realizzare per l’Opéra di Nancy l’allestimento di Othello di Verdi. Alle prese con un universo professionale che conosce poco, quello dei cantanti e dei coristi, Maguy Marin non raggiunge interamente il suo scopo. Un altro grande progetto l’attende contemporaneamente, una commissione dell’Opera di Parigi per la quale crea Les Leçons de Ténèbre su musica di Marc-Antoine Charpentier. Questo tuffo nella tradizione mistica giudeo-cristiana le si addice. Allestisce sul palcoscenico del Palais Garnier un superbo rituale servito da magnifici ballerini che accettano con entusiasmo queste proposte così nuove per loro. Il pubblico li acclama e l’opera è ripresa l’anno seguente, insieme a Forsythe e a Landor. Ritorna a Brecht e a Weill nel 1987 con Les sept péchés capitaux, dove si va ancora più verso il teatro, verso un subcosciente tormentato, tortuoso, dove i corpi sofferenti e smorti, i visi esangui testimoniano un’umanità dolorosa, immersa nell’angoscia di un mondo che la oltrepassa. Maguy Marin stessa canta la musica di Weill, desiderosa di esprimere più concretamente questi rapporti del gesto e della voce che le paiono più che mai la chiave di un linguaggio più completo, ancora più adatto a tradurre questa visione solforosa, torbida e quindi così nettamente disegnata che lei ha dell’universo, delle forze che si combattono in una battaglia dall’esito incerto.
L’anno seguente sarà in un certo modo meno luminoso. Creato al Festival International Montpellier-Danse nel quadro impressionante del cortile Jacques Coeur, Coups d’Etats, su musiche di Bernard Barras segna la volontà di orientarsi verso un nuovo tipo di ricerca. Accessori e costumi strani, una coreografia che esita un po’, ma molto humour nel finale alquanto crudele. L’opera è accolta con grande stupore e suscita reazioni divergenti.
Resterà un’esperienza colorata, sconcertante, ma che sarà positiva per la coreografa. Nel 1989 accetta l’invito dell’Het National Ballet di Amsterdam di creare Groosland su musica di Johann Sebastian Bach. Ritornerà ancora nei Paesi Bassi nel 1992, questa volta per lavorare con la compagnia di Jiri Kylian, una delle più dinamiche e positive nel mondo contemporaneo. Per loro crea Made in France su musica di Denis Mariotte.
Ma nel frattempo Maguy Marin riceve una nuova sfida, in un luogo pericoloso, la Corte d’Onore del Palazzo dei Papi di Avignone. Sarà, con un titolo provocatorio Eh, qu’est-ce que ça m’fait à moi!? La musica è firmata da tre compositori, Michel Bertier, Philippe Madile e Jean-Marc Sehier.
Si ferma poi per due anni durante i quali medita su che direzione prendere. E’ sempre più tentata da un avvicinamento al teatro, dall’eventuale intrusione della parola nella danza. Quale equilibrio trovare, come prolungare il gesto attraverso il suono, in modo naturale, senza che l’espressione del corpo scompaia dietro a quello della voce? Il risultato di questa riflessione sarà Cortex, creato alla Maison des Arts di Créteil il 4 ottobre 1991. Un’opera ricca di idee, d’umorismo a volte macabro, che unisce accessori della vita di tutti i giorni ad un discorso molto più intellettuale.
Per la Biennale di Lione, nel settembre 1992, le viene proposto il tema della Spagna. Ay Dios sarà un pas de deux per Kader Belarbi, étoile dell’Opera di Parigi e Wilfried Romoli, primo ballerino.
Per l’inaugurazione della nuova Opéra di Lione, il Lyon Opéra Ballet si rivolge nuovamente a Maguy Marin per la rilettura di un’opera di repertorio. Coppelia ha fornito l’occasione per uno spettacolo vigoroso, pieno di idee di tutti i generi. Proiezioni che fanno da scena e permettono di giocare con la prospettiva in modo del tutto nuovo, umorismo corrosivo per caratterizzare la bambola del secondo atto. L’opera ha sedotto per la sua vivacità, il suo umorismo, una maniera molto personale di creare un’atmosfera retro-moderna, un po’ West-Side Story, un po’ fumetto. Coppelia farà senza dubbio il giro del mondo come Cendrillon.
Nel novembre 1993 il teatro di Reggio Emilia e il festival di danza di Cannes le commissionano un nuovo pezzo, Waterzooi, che si rivela un successo di critica e di pubblico. In un lessico di emozioni, ci porta dal riso all’angoscia e il pubblico resta soggiogato dalla forza d’interpretazione.
Creato in due parti, una per il Festival di danza a Cannes nel marzo 1995 e l’altra nell’ambito della Biennale di danza di Val-de-Marne nell’aprile dello stesso anno, RamDam è presentato nella versione integrale nel chiostro delle Carmelitane al Festival d’Avignone nel ’95. Questo pezzo ludico continua a scavare nell’ambito parola-danza, aggiungendovi, come in Waterzooi, il canto e la musica. Contrappunto filosofico a questa danza dagli accenti furiosi.
Maguy Marin riprende dunque il suo cammino, sempre generoso, sempre sincero, aggiungendo nuove pietre all’edificio coreografico che ha costruito da più di 15 anni. Stabilitasi nel 1981 a Créteil, divenuto Centre Chorégraphique National, la Compagnie Maguy Marin è sicuramente uno dei foyer creativi più intensi della vita artistica francese.
Gérard Mannoni
Creata con il nome Ballet Théâtre de l’Arche da Maguy Marin e Daniel Ambash, la compagnia conquista la sua identità riportando successivamente i primi premi ai Concorsi Internazionali di Coreografia di Nyon (1977) e Bagnolet (1978).
Da allora, e grazie al sostegno del Ministero della Cultura, ha potuto creare numerosi spettacoli e presentarli in tournée in Francia e all’estero.
Dal 1981 la compagnia ha sede a Créteil dove beneficia del sostegno del Comune e del Conseil Général du Val de Marne. Le sue creazioni sono presentate alla Maison des Arts de Créteil.
Nel gennaio 1998, la Compagnia si trasferisce presso il “Centre Chorégraphique National” all’interno del polo culturale de la Velette a Rillieux-la-Pape.
La Compagnia è oggi sovvenzionata dal Ministero della Cultura, la DRAC Rhône-Alpes, le città di Bron, Décines, Rillieux-la-Pape, Villefranche-sur-Saône e Villeurbanne, dal Département du Rhône e la Région Rhône-Alpes.
Essa è anche sostenuta da l’Associations Française d’Action Artistique per le tournée che la Compagnia effettua all’estero
La Compagnie Maguy Marin si è consacrata e affermata in patria e all’estero nel 1981 grazie allo spettacolo May B, ispirata all’opera di Samuel Beckett.
Sempre più aperta verso l’estero, si è esibita a partire dal 1978 in svariati paesi: Germania, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Grecia, Ungheria, Islanda, Israele, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Germania, Svezia e Svizzera.