Chiara Bersani /Riccardo Buscarini /Matteo Ramponi
Family Tree. Prima generazione
Un progetto di Chiara Bersani
ore 17:30, Salone grande, 1° piano
Volta (18') frammento #1 di Family Tree
concept / coreografia Riccardo Buscarini – assistente Antonio de la Fe azione/creazione Chiara Bersani, Riccardo Buscarini, Matteo Ramponi – suono Sebastiano Dessanay
Vincitore del Premio Prospettiva Danza Teatro 2011 Padova
Hallway. Prima che tutto si distingua (20') frammento #2 di Family Tree
concept Matteo Ramponi – scrittura del progetto Matteo Ramponi, Claudia Valla creazione, sviluppo, performance Riccardo Buscarini, Chiara Bersani, Matteo Ramponi
Epilogo (15') frammento #3 di Family Tree
concept Chiara Bersani – creazione Chiara Bersani, Matteo Ramponi – performer: Benedetta Del Forno, Lauro Malagoli, Quintino Caggiula, Gogliardo Beneventi – musiche Mattia Bersani, Leonardo Tedeschi
prima italiana
Off-Balance. Danza contemporanea italiana #2 è realizzato in collaborazione con Aterdanza.
“Sono nata il 9 Novembre del 1984 affetta da una forma medio/grave di Osteogenesi Imperfetta, un’alterazione genetica che rende l’apparato scheletrico più fragile e ne ostacola lo sviluppo. Per questa ragione ho subito numerosi interventi chirurgici che hanno lasciato inevitabili tracce sul mio corpo. Seguendo le cicatrici presenti sulla pelle posso ricostruire la mia autobiografia dall’età di due anni ad oggi. Ad ogni segno corrisponde una data, un luogo, una sequenza di ricordi precisa. Considerando la mia vita attraverso questo percorso, mi ritrovo ad essere da sempre protagonista di una lunga performance il cui principio va ricercato nella sua radice genetica. Da questa riflessione nasce Family Tree, un progetto che si dirama a partire dal corpo visto qui come contatto tra passato e presente, radice che ci connette al mondo, ai nostri antenati e alla nostra storia. Sono un mosaico di eventi. Ricomponimi.” (Chiara Bersani)
Questa richiesta di ricomposizione Chiara la rivolge ogni volta ad un artista diverso con cui desidera collaborare. L'artista collaboratore è chiamato a mettere in gioco la propria storia in una ricomposizione reciproca che sarà ogni volta differente per linguaggi ed estetica.
Family Tree è un progetto che si svolge in frammenti.
La prima generazione di Family Tree si articola in un trittico creato e messo in scena da Chiara Bersani, Riccardo Buscarini e Matteo Ramponi. Ogni frammento nasce dallo sguardo e dalla poetica di uno degli artisti coinvolti nel progetto. L’artista propone un concept come risposta personale al progetto: compito degli altri è ascoltarlo e reagire agli stimoli ricevuti. Il gruppo s’inoltra così in un dialogo in cui diversi linguaggi si contaminano. Si formerà in questo modo il primo anello del nostro albero. Il fil rouge che attraversa il trittico è la luce, utilizzata ogni volta con modalità differenti.
Volta. Con la volta si inaugura, nel XVI secolo, la serie delle danze a coppia chiusa che rotea facendo perno su se stessa. La coppia tende a isolarsi e a intrattenersi in forme di contatto fisico (su cui i moralisti del tempo avevamo molto da ridire) fino al sollevamento della dama da parte del cavaliere. Non sorprende che i trattati di demonologia presentino la volta come la danza delle streghe.
Volta si ispira all'iconografia classica religiosa della famiglia. Volti, corpi e ruoli emergono e si evolvono attraverso il tempo, come in un album fotografico che si apre al nostro sguardo. In una lenta e intima danza, fragilità, forza e protezione si rivelano e si confondono nei loro opposti.
Hallway. “Seguendo le cicatrici presenti sulla mia pelle posso ricostruire la mia biografia dall’età di due anni a oggi.” Dall’incipit del progetto Family Tree sorge un interrogativo che è lo stimolo di partenza per questo secondo frammento.
”Cosa accade prima di questi segni? Prima che le cicatrici si disegnino sulla pelle? Cosa accade prima di me? Prima che io diventi l'immagine di me stesso?” Indagare la propria genealogia significa prendere consapevolezza che noi siamo “la risultante” di quanti sono venuti alla luce prima di noi; la nostra immagine che vediamo riflettersi nello specchio non ci appartiene fino in fondo e il suo significato si perde tra le fronde del nostro albero genealogico, a ritroso, all’infinito. Venire alla luce, essere colpiti dalla luce, per un istante, apparire come un’immagine per il breve tempo della propria vita e poi ritornare all’oscurità.
Hallway è il luogo dell’intersezione, della possibilità, modo e tempo in cui queste immagini possano manifestarsi, davanti ai nostri occhi. Vedo; ho visto; vedevo; vidi; vedrò… che cosa?
Hallway è una coreografia d’immagini.
Epilogo (titolo da definire).
Basta che una volta siamo stati insieme
Cosa importa se il vento si è girato contro la pioggia?
Basta che una volta siamo stati insieme
Il tempo ha visto e non tornerà indietro.
(Ezra Pound, Silet, Verona 1911)
Siamo performers, costruiamo monumenti effimeri, affreschi fugaci.
Ci vestiamo a festa per salutarci. Eleganti volteggiamo nella nostra ultima danza.
Attraversiamo il presente per costruire un perfetto ricordo da guardare domani.
Il nostro incontro ha vissuto il suo tempo.
L'ultimo frammento della prima generazione di Family Tree sarà incentrato sulla costruzione di un saluto, il rituale di un addio, la lenta preparazione di una foto ricordo. Un commiato tra i performer prima ancora che con il pubblico. Verrà introdotto qui un elemento nuovo che sposterà la riflessione artistica da un piano astratto ad uno più concreto: il legame di sangue. Questo cambiamento avverrà con l'ingresso di Mattia Bersani, fratello di Chiara e compositore di musica elettronica.
Musica e luce saranno i linguaggi con cui i due fratelli disegneranno questo lungo addio.
Chiara Bersani si avvicina al lavoro di attrice/performer a 19 anni grazie all'incontro con la compagnia teatrale Lenz Rifrazioni e in particolare con la regista Maria Federica Maestri. In sèguito collabora con Alessandro Sciarroni per Your Girl, pièce finalista al Premio Internazionale della Performance (2007). A 24 anni si cimenta nella prima regia, Dearest, arrivando finalista al premio Scenario. Nel 2011 viene diretta da Rodrigo Garcia nella performance Seven Sin alla Biennale di Venezia. Nello stesso anno Operestate Festival produce il suo spettacolo Le mie Parole Sono Uomini, progetto italo-belga realizzato con l’artista Sara Vilardo.
Dopo i primi studi a Piacenza, Riccardo Buscarini si perfeziona alla London Contemporary Dance School, e nel 2010 riceve la borsa di studio danceWEB per Impulstanz, Vienna. La sua creazione Cameo, in collaborazione con Antonio de la Fe, partecipa nel 2011 alle finali del premio The Place Prize, Londra. Nello stesso anno vince il Premio Prospettiva Danza 2011. Attualmente Riccardo è Artista in Residenza a The Hospital Club di Londra e sta collaborando con la stilista Brooke Roberts per la sua sfilata londinese.
Matteo Ramponi comincia a collaborare con Lenz Rifrazioni nel 2001. Partecipa al laboratorio di danza tenuto dalla compagnia MK nell'àmbito del festival “Natura Dei Teatri” e, dal 2003 al 2006, come attore, agli allestimenti di Lenz Rifrazioni. Dal 2007 partecipa come performer a Your girl, Cowboys e If I was Madonna, di Alessandro Sciarroni. Quest'anno è tra gli interpreti di Folk-s, il nuovo spettacolo di Alessandro Sciarroni.