CELLULE D’INTERVENTION METAMKINE
Jérôme Noetinger dispositivo elettroacustico
Christophe Auger cineproiettori
Xavier Quérel cineproiettori
La Cellule progetta performance basate sull'interazione live film + suono. Si affida per lo più a strumenti analogici: dunque proiezione con pellicola per la parte visiva, nastri magnetici, sintetizzatori, motori, microfoni per la parte sonora. Ne sortisce qualcosa di simile a un "canto di macchine" che mormorano, crepitano, gridano, distorcono, tacciono, crescono, si distendono…
"Se facessimo un censimento degli autodidatti, scopriremmo certamente che i loro ranghi rigurgitano di musicisti. Al di fuori del milieu classico, fra loro si trovano anche ben noti innovatori (come Ornette Coleman e Jimi Hendrix). E anche se il movimento punk dei tardi anni 70 non ha lasciato su di voi una forte impressione, esso ha tuttavia dimostrato un'importante tesi: non devi essere un virtuoso per poter fare musica. Così è, non devi essere un virtuoso per fare musica vera, musica che abbia un impatto.
Per loro auto definizione Metamkine sono una "une cellule d'intervention". Due delle note biografiche dei tre membri segnalano: "formazione autodidatta". Le loro performance hanno un impatto viscerale che coinvolge il cervello. I loro materiali sono la pellicola e il suono. Ma a loro non dispiace quando noti che assomigliano a una band: infatti si esibiscono sul palco, di fronte al pubblico, hanno strumenti, li "suonano" e con essi interagiscono reciprocamente; provano i pezzi, improvvisano, usano il ritmo, l'orchestrazione; hanno suonato in rock club, festival jazz, sale da concerto, collaborano regolarmente con altri musicisti. Poiché essi non suonano strumenti musicali "normali" diventa del tutto irrilevante porsi questioni circa il virtuosismo.
Tuttavia, quando li vedi dal vivo, è del tutto chiaro che essi sanno esattamente quello che stanno facendo. Metamkine è un trio fondato a Grenoble nel 1987, comprendente due cineasti e un musicista. Christophe Auger e Xavier Quérel maneggiano proiettori super8 e 16mm puntati verso l'uditorio, dove l'immagine rimbalza su due o più grandi specchi per arrivare infine sullo schermo posto sul fondale del palco. Il suono è elaborato da Jérôme Noetinger con sintetizzatori analogici, loop di nastri e oggetti amplificati.
Secondo le loro parole: "il lavoro non è teorico, è completamente empirico. Uno di noi offre il suono, gli altri le immagini. Il momento importante è il confronto sulla scena." Metamkine ci offre la rara esperienza di una musica liberata dalla schiavitù del cinema, e un cinema dal vivo proiettato come se fosse musica, godendo, il proiezionista, della stessa spontaneità di uno strumentista. Uno spirito improvvisativo serratamente articolato è al servizio di composizioni provate e riprovate; l'empatia che si riscontra sul palco è puntata tanto alla sovversione delle aspettative quanto all'affermazione gioiosa del fare musica collettivamente. È evidente l'appartenenza alla tradizione del cinema sperimentale, una tradizione che Metamkine contribuisce ad approfondire "suonandola" come una band."
(Tom Cora, note per il Klangspuren Festival di Schwaz (Austria), 1996)