Anthony Braxton
Diamond Curtain Wall Quartet
Anthony Braxton sax contralto, sax soprano, sax sopranino, clarinetto contrabbasso, composizioni
James Fei sax contralto e sax sopranino
Taylor Ho Bynum cornetta e altri ottoni
Erica Dicker violino
Anthony Braxton, oracolo o forse profeta di quell’avanguardia jazz capace di uscire da se stessa, per così dire, e farsi ricerca senza confini. Nella poetica di Braxton c’è qualcosa di simile a un ossimoro o a un processo dialettico radicale: il massimo della libertà improvvisativa si incontra/scontra con la pianificazione strutturale. Il risultato è una musica tesa, unica e assolutamente fuori standard, nella quale la progettazione a tavolino e la relazione viva fra i performer hanno uguale importanza.
Anthony Braxton è universalmente acclamato come figura fondamentale nella musica del tardo XX secolo. Il suo lavoro come sassofonista e compositore ha dischiuso nuove vie tecniche e concettuali alle tradizioni musicali trans-africane e trans-europee (ovvero jazz e sperimentali) in Nordamerica, così come sono state definite da maestri dell’improvvisazione quali Warne Marsh, John Coltrane, Paul Desmond, Ornette Coleman, Albert Ayler, nonché da Braxton stesso e dai suoi pari nella già citata AACM (fondata a Chicago nei tardi anni 60), da una parte; e da compositori quali Charles Ives, Harry Partch e John Cage, dall’altra.
Ha lavorato all’estensione della tecnica strumentale propria, così come a timbro, ritmo, metro, vocalità, impasti strumentali, armonia e melodia, modi di improvvisazione, modi di notazione, in una sintesi personale delle tradizioni musicali nordamericane citate con quelle europee della musica d’arte del XX secolo, così come sono state definite da Schoenberg, Stockhausen, Xenakis, Varèse e altri.
Anthony Braxton è nato a Chicago (Illinois) nel 1945. Compositore e polistrumentista, ha creato un grande corpus di opere di alta complessità. È ad oggi uno dei più prolifici musicisti/compositori, avendo realizzato dagli anni 60 oltre 100 album di lavori suoi.
Fra la vasta gamma di strumenti che utilizza, il flauto; i sax sopranino, soprano, tenore in do, contralto in fa, contralto in mi bemolle, baritono, basso, e contrabbasso; i clarinetti in mi bemolle, in si bemolle, e contrabbasso; il pianoforte.
Ha studiato alla Chicago School of Music e alla Roosevelt University. Al Wilson Junior College ha incontrato Roscoe Mitchell e Jack DeJohnette. Dopo il servizio militare, Braxton si unisce all’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians). Si sposta a Parigi con l’Anthony Braxton Trio (mutato poi in Creative Construction Company), e tornato negli Stati Uniti risiede in casa di Ornette Coleman e lascia la musica per fare il giocatore di scacchi da strada al Washington Square Park.
Nel 1970, con Chick Corea, studia le partiture di Stockhausen, Boulez, Xenakis e Schoenberg. Si unisce alla cerchia di Corea. Nel 1972 debutta come bandleader e suona in solo alla Carnegie Hall. Nella prima metà degli anni 70 lavora con Musica Elettronica Viva, gruppo di compositori e strumentisti dediti alla musica contemporanea e improvvisata. Nel 1974 firma un contratto con la Arista Records.
Noto tanto come compositore quanto come improvvisatore, Braxton è uno dei primi musicisti neri a riconoscere un debito alla musica contemporanea europea. Gli esiti vanno dai pezzi per strumento solo a For Four Orchestras, pezzo descritto come “colossale, più lungo di qualsiasi sinfonia di Mahler, più vasto nell’organico delle opere di Wagner”.
Il suo doppio lp For Alto (1968) rimane una pietra miliare del jazz, in quanto apre la via a tutta una serie di registrazioni di album in solo. Altre registrazioni imprescindibili: Three Compositions of New Jazz (1968, Delmark), tutte le uscite degli anni 70 su etichetta Arista, Composition No. 96 (1981, Leo), Quartet (London), Quartet (Birmingham), Quartet (Coventry) (tutti 1985, Leo), Seven Compositions (Trio) (1989, hat hut), Duo (London) & Trio (London) (entrambi 1993, Leo).
Il critico Chris Kelsey scrive: “Sebbene Braxton esibisca una genuina, ancorché eccentrica, abilità a suonare forme tradizionali (influenzato specialmente dai saxofonisti Warne Marsh, John Coltrane, Paul Desmond, Eric Dolphy), egli non è mai stato veramente accettato dall’establishment del jazz; troppo manifesta è la sua infatuazione per pratiche di artisti non-jazz quali John Cage e Karlheinz Stockhausen.”
Nulla è stato coronato da maggior successo, nella carriera di Braxton, dei suoi più recenti traguardi professionali: egli è fondatore e direttore della Tri-Centric Foundation, Inc. di New York, società senza fini di lucro che ingloba un ensemble di 38 elementi, da quattro a otto vocalist, videoartisti e artisti di computer-grafica – messi assieme per realizzare le sue composizioni.
Il debutto dell’ensemble alla Kitchen di New York – con repliche per tre giorni – ha fatto il tutto esaurito grazie alle aspettative generate dalla stampa. Le recensioni di “Down Beat”, “Chicago Tribune”, “Village Voice” e “New York Time”, andavano dal positivo all’estatico. Ma più importante è che da questo successo Braxton rimane incoraggiato a proseguire per il suo ensemble la formula “three-day and -night”, che include conferenze, letture, piccole esibizioni dell’ensemble a frammenti, e che porta in giro per il mondo.
Il secondo evento newyorchese, espande il concetto: la Knitting Factory presenta sei serate dedicate ad Anthony Braxton, alla sua musica, alla sua visione. La prima serata: soli; la seconda: jazz tradizionale; la terza: pianoforte e sintetizzatore; la quarta: musiche per gruppi medio-piccoli; la quinta e la sesta: musiche per tutto l’ensemble con marionette giganti. La risposta è stata entusiastica.
Grazie a questi successi, i progetti di Braxton hanno ottenuto sovvenzioni dalla Mary Flagler Carey Charitable Trust e dalla Rockefeller Foundation in New York City. Già renderà possibile la realizzazione in prima mondiale dell’opera di quattro ore Trillium R al John Jay Theater di New York, e la Composition 173, concepita per il teatro in collaborazione con membri del Living Theater, alla Kitchen.
In decenni di attività caleidoscopica e prolifica, Braxton ha vinto e continua a vincere premi prestigiosi ed elogi critici. Libri, capitoli d’antologia, saggi, recensioni, interviste, attenzioni accademiche e dai media per lui e per il suo lavoro, si sono accumulate progressivamente negli anni. I suoi propri scritti sulle tradizioni musicali fonti delle sue opere, e sui relativi contesti storici e culturali (Tri-Axium Writings 1-3), il suo Composition Notes A-E in 5 volumi, non trovano l’eguale presso alcun artista, né della tradizione orale, né di quella colta.
Braxton è anche professore alla Wesleyan University, uno dei centri mondiali della musica del mondo. La carriera nell’insegnamento, cominciata al Mills College di Oakland, California, è diventata parte della sua vita creativa come le proprie stesse opere, e include esercitazione e direzione di ensemble sulla musica propria, computer music, elettronica, corsi di storia sulle proprie maggiori influenze musicali, dalla compositrice medievale Hildegard von Bingen ai maestri contemporanei, da Cage a Coleman.
Braxton continua a lottare per la più ampia integrazione di poli spesso tra loro conflittuali come “libertà creativa” e “responsabilità”, disciplina ed energia, visione del futuro e rispetto per la tradizione, nel dibattito culturale corrente circa la natura e il posto che le tradizioni musicali occidentale e afro-americana debbano avere in America. Il suo nuovo ensemble formato a New York sta portando in quel dibattito una voce fresca e forte, e ancora più che mai nuova, benché poggi sull’autorità di un maestro veterano.
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