3FOR2007
EMANUEL GAT DANCE
prima italiana
Petit torn de dança
coreografia, luci e costumi Emanuel Gat
musica Qui vou audir cançon, Le Poème harmonique diretto da Vincent Dumestre
interpreti Roy Assaf, Mia Alon
prima assoluta Maggio 2007, Festival Movimentos, Festwochen der Autostadt/Wolfsburg
My Favorite Things
coreografia, luci, costumi e interpretazione Emanuel Gat
musica John Coltrane
Through the centre, all of you
at the same time and don’t stop
coreografia, luci e costumi Emanuel Gat
interprete La Compagnia
musica Squarepusher
prima assoluta Maggio 2007, Festival Movimentos, Festwochen der Autostadt/Wolfsburg
3for 2007 è una produzione Emanuel Gat Dance.
Coproduzione Festival Movimentos – Festwochen der Autostadt Wolfsburg – Centre national de la
Danse/Pantin – Maison des Arts Créteil – Arcadi – Festival d’Automne à Paris
durata: circa 1 ora e 30 minuti, con un intervallo
EMANUEL GAT FA SEMPRE TUTTO DI TESTA SUA.
Non c’è mai una pausa nella sua determinazione.
A 36 anni, è padre di 4 bambini che sono quasi sempre con lui, ex atleta che si è dedicato alla danza all’età di 23 anni dopo aver completato il servizio militare, e che adesso si gode apprezzamenti internazionali.
Dopo aver messo in scena tre lavori molto personali ed estremamente equilibrati, inclusa una Sagra della primavera che ha avvolto la partitura di Stravinskij in un vortice di salsa e un Winterreise di grande intelligenza dinamica, il coreografo israeliano fa venire la pelle d’oca al pubblico, mescolando un chiaro piacere di movimento e intelligenza nel rapportarsi allo spazio.
Aggiungi a questo una traccia sotterranea di vivide emozioni pulsante sotto lo scritto equilibrato…
Il risultato parla da solo. Dopo aver fondato nel 2004 la Compagnia che prende il suo nome, ci è voluto un bel po’ di tempo prima che Gat si considerasse un coreografo e considerasse questo mestiere come un qualsiasi altro mestiere.
Da allora ha lavorato veramente duro, seguendo la sua forte attrazione per i lavori musicalmente molto forti.
K626, la sua creazione per otto danzatrici basata sul Requiem di Mozart, disegna una linea coreografica pura e rigorosa, intrecciata con stati d’animo elettrici e intimi.
Buttando sempre sul palcoscenico un disegno di movimenti dalle linee ampie, riesce ad equilibrare l’efficacia con la gestualità quotidiana, accenti di dubbio e perplessità.
Ha collaborato e collabora frequentemente con danzatori palestinesi, e crede che il potere dell’arte e della cultura possa piegare il mondo verso la tolleranza e la comprensione.
CONVERSAZIONE CON EMANUEL GAT…A PROPOSITO DI 3FOR2007
Come ritieni che 3For2007, la tua recente creazione, si possa estendere al di là dei tuoi spettacoli precedenti, Sagra della primavera, su musica di Stravinskij, e K626, sul Requiem di Mozart?
Dopo la Sacre e K626, volevo dare un respiro e un nuovo impulso per sviluppare nuovi punti di vista attraverso vari formati: un assolo, un duetto e un lavoro di gruppo. Ho avuto la sensazione che una composizione riempita di referenze culturali mi appesantisse e semmai oscurasse la parte danzata, influenzando la ricezione del pubblico.
Adesso voglio lavorare in modo più ampio e preciso: la scrittura, la composizione, il fattore tempo, l’interazione tra movimento e musica…Dirigendo un gruppo ampio di interpreti sullo spazio del palcoscenico ci si può imbattere sulla strada di tali questioni.
L’abilità è anche un pericolo e un ostacolo, che frena il lavoro in modo più profondo.
Credo che sia molto meglio avere la possibilità di vedere della danza e farla apparire sul palcoscenico, se la musica non ha il ruolo dominante.
Per la mia nuova creazione, ho fatto delle scelte musicali significative, da John Coltrane all’electro- beat degli Squarepusher.
Un’altra cosa sono le persone che sono molto svelte ad etichettarti, e a ficcarti in un cassetto. Preferisco saltare da un cassetto all’altro.
Ancora, la scelta musicale resta cruciale. Che parte gioca nel tuo processo creativo?
Anche quando decido per una particolare musica per uno spettacolo, di solito la metto da parte e provo in silenzio, in modo da focalizzarmi sulla danza e sulle idee che cerco di esprimere.
Come dimostra il programma di 3for2007, io ascolto tutti i tipi di musica.
Ho una passione per il jazz, che dimostra perché ho scelto My favorite things di John Coltrane per il mio assolo…Amo la ricchezza di questo magnifico musicista, e il suo unico mix di materialità e spiritualità. E mi piace molto essere sia in armonia che dentro il ritmo.
Mi sento intimamente legato a questa musica, alla sua flessibilità.
L’assolo mi consente di tornare indietro a quello che mi sento nel profondo, e sviluppare quella che è poi la mia forma di scrittura.
In qualche modo, è una sorta di auto-ritratto meditativo.
Così come per il primo lavoro del programma, un duetto tra un uomo e una donna, ho scoperto vecchie canzoni francesi del XXVII secolo, che ho trovato affascinanti e che saranno di supporto a una sorta di storia di tutti i giorni sull’amore.
Come invece la sezione di musica elettronica alterna momenti d’atmosfera a forti tempi, che mi hanno permesso di seguire la direzione intrapresa inizialmente con K626.
Vorrei intensificare la danza attorno alla centralità del palcoscenico, che è qualcosa che comunque mi affascina. Sto cercando di capire questo potenziale, da cui il titolo: Through the center, all of you, at the same time and don’t stop.
La tua scrittura [coreografica] è stretta tra controllo e spontaneità. Questa tensione si riflette anche nella scelta dei danzatori, che devono avere questa qualità di essere delicati e forti?
Io sento un conflitto tra il mio desiderio di virtuosismo e il desiderio di una certa freschezza.
Mi piacciono interpreti giovani e disponibili così come quelli più maturi e con una tecnica forte e riconoscibile. Anche se la loro esperienza a volte li porta ad essere bloccati quando inciampano su qualcosa che non conoscono.
Devo trovare un equilibrio tra questi due tipi di danzatori. Così come devo trovare un equilibrio tra astrazione e narrazione.
Trovo questa tensione davvero molto stimolante.
Il movimento astratto non ha niente a che fare con il formalismo. Porta ad una umanità che deve convogliare un’emozione più sottile e acuta.
Sito ufficiale di Emanuel Gat Dance
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