21 aprile 2015
Teatro Cavallerizza
Una cena armena
di Paola Ponti
Màlbeck Teatro/La Compagnia della Luna
consulenza Sonya Orfalian
con Danilo Nigrelli
e Rosa Diletta Rossi
regia Danilo Nigrelli
scene e costumi Luigi Perego
disegno luci Danilo Facco
musiche Laura Lala
Una cena armena è una pièce di Paola Ponti, nata dall’incontro di Malbeck Teatro con Sonya Orfalian. Negli anni Settanta, dopo il colpo di Stato di Gheddafi, la Orfalian ha trovato asilo in Italia, dove ha coltivato la ricerca attorno alle proprie radici culturali. Qui ha scritto il testo da cui lo spettacolo attinge e a cui si mescola, La Cucina d’Armenia, che custodisce, insieme alle oltre centotrenta ricette, le radici di una intera cultura, offesa e misconosciuta, ma non per questo meno profondamente ricca di tradizione e cultura. Attraverso gli ingredienti della tradizione, che permettono all’autrice la ricostruzione della vita quotidiana in terra d’Armenia, prende forma il passato del padre, armeno palestinese, rifugiato in terra di Libia e vissuto senza avere mai avuto una cittadinanza, né un passaporto, ma solo un lasciapassare verde con la scritta: “Palestinian Refugee in Libya”. Cosi, dando sfogo al ricordo di luoghi, usi, proverbi, leggende e ricorrenze, si mescola il peso dolce a quello amaro di un’eredità da onorare. Una cena armena racconta la storia di due generazioni che hanno la forza di guardarsi in faccia, di affrontarsi e di passarsi il testimone. La regia è affidata a Danilo Nigrelli, insieme con la giovane Rosa Diletta Rossi, che ne ha anche interpretato il testo. Danilo è Aram, Rosa Diletta è Nina, rispettivamente un signore armeno e una ragazzina italiana, i cui destini si incrociano in una notte qualunque, al calore dell’ojakh, il focolare, mentre fuori impazza una tormenta di neve. I due personaggi si muovono nello spazio come due bestie in gabbia, che lentamente cominciano ad annusarsi. Entrambi nascondono un mistero, entrambi con lo stesso profondo bisogno di conoscere le proprie origini. Una cena armena è una commedia dolorosa e insieme divertente, a tratti comica, a tratti profondamente commovente. E' la summa di due storie, antitetiche e insieme riflesso l’una dell’altra, che hanno alla fine la forza di guardarsi, di affrontarsi e di passarsi il testimone, stemperando, attraverso il cucinare insieme, le oscurità del proprio passato.