TRAVIATA
Martedì 27 gennaio 2004, ore 21.00: turno verde
mercoledì 28 gennaio 2004, ore 21.00: turno blu
Durante la lunga e bellissima tournée di ‘Precise Parole’, molte volte è capitato che chi era venuto a trovarmi in camerino dopo lo spettacolo – colleghi, amici o pubblico, non fa differenza – mi chiedesse: "e dopo Otello?"
E quando ho cominciato a rispondere: "Traviata", ho colto reazioni diverse, sì, ma tutte incuriosite, anzi, come folgorate da un’idea tanto stravagante, eppure tanto ovvia, quasi inevitabile.
Ma certo, "Traviata": e che altro?
Come Otello, è una storia universale che tutti credono di conoscere: eppure, quando ti metti a raccontarla con passione ed esattezza, scopri un’infinità di dettagli, sguardi, intenzioni, letture possibili. In più è una storia profondamente radicata nel nostro immaginario, nella nostra cultura alta ma anche nella meravigliosa memoria ‘nazionalpopolare’ che è fatta di libretti d’opera, di loggioni, di arie imparate da bambini in forma di ninnenanne, di frasi improbabili eppure diventate nostre, come una sorta di lessico familiare che riappare imprevisto e imprevedibile ("Questa donna pagata io l’ho", "Parigi, o cara, noi lasceremo"…)
E’ una storia d’amore, appassionante e disperata ma anche lievemente irritante, con tutti quei non detti e soprattutto quel dissennato fidarsi dell’intuito maschile: "Amami Alfredo, quanto io t’amo…" brava , ma se non glielo spieghi per bene, quanto lo ami, come puoi pretendere che lo capisca da solo?
Ed è, come Otello, una storia assolutamente attuale. Non solo le Traviate, Margherite o Violette che siano, sono disperatamente alla ricerca di un ruolo, un’identità, una legittimazione, uno straccio di famiglia (diciamoci la verità, bersi quella storia della cognatina ripudiabile, ma via…); ma le loro eredi sono -ancora oggi- al centro di una infinita quanto ipocrita battaglia sociale che le vorrebbe di volta in volta redimere o fiscalizzare, senza mai, MAI porsi la questione di coloro che —ancora oggi!— non possono fare a meno di comprarsi, insieme al corpo delle donne, un’identità virile…. Come dice De Andrè:
"Banchieri, pizzicagnoli, notai coi ventri obesi e la mani sudate / coi cuori a forma di salvadanai, noi che invochiam pietà, fummo traviate./ Navigammo su fragili vascelli per affrontar del mondo la burrasca / ed avevamo gli occhi troppo belli: che la pietà non vi rimanga in tasca…"
Oh sì, dopo "Otello" non poteva che essere! "Traviata"
Lella Costa
Lella Costa
Lella (Gabriella) Costa dopo gli studi in Lettere e il diploma all’Accademia dei Filodrammatici esordisce nel 1980 con il suo primo monologo: Repertorio, cioè l’orfana e il reggicalze. È l’inizio di un percorso che la porterà a frequentare autori contemporanei, a farsi le ossa alla radio, ad avvicinarsi al cosiddetto teatro-cabaret ed a raggiungere il successo divenendo una delle più amate attrici italiane. Nel 1987 debutta con Adlib, monologo con cui inizia anche la sua attività di autrice. Seguiranno Coincidenze, Malsottile, Magoni, (con le musiche originali di Ivano Fossati), La daga nel loden, Stanca di guerra (scritto in collaborazione con Alessandro Baricco), Un’altra storia (con la regia di Gabriele Vacis) e infine Precise Parole, sempre con la regia di Vacis. Lella Costa alterna l’impegno teatrale con rare, ma raffinate apparizioni televisive, indovinate trasmissioni radiofoniche e un costante impegno civile a favore soprattutto di Emergency.
Gabriele Vacis
Regista teatrale, è tra i fondatori della Cooperativa Laboratorio Teatro Settimo. Ha curato la regia di spettacoli quali Libera nos ispirato alle opere di Luigi Meneghello; Novecento, Canto per Torino, Olivetti, drammaturgia di Laura Curino e Gabriele Vacis; Totem. Letture, suoni, lezioni, con Alessandro Baricco. Ha curato la regia degli spettacoli Stanca di guerra e Un’altra storia con Lella Costa. È autore con Marco Paolini degli spettacoli Adriatico, 1987, Liberi tutti, 1991 e Il racconto del Vajont, 1994, Premio UBU 1995 per il teatro civile. Ha promosso festival teatrali e diretto le regie di opere liriche; dal 1987 tiene seminari alla Scuola d’Arte Drammatica "Paolo Grassi" di Milano e dal 1995 insegna lettura e narrazione orale presso la scuola "Holden" di Torino.