NOCCIOLINE
Durata : 1 ora, 20 minuti
produzione Teatro Eliseo in collaborazione con BAM e
Fondazione Teatro Due – Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia
Dalla penna di Fausto Paravidino, per molti l’enfant prodige del teatro italiano contemporaneo, nasce Noccioline, commissionato dal Royal National Theatre di Londra e scritto quasi di getto all’indomani dei fatti del G8 di Genova, ora messo in scena da uno tra gli attori-registi più apprezzati degli ultimi anni, Valerio Binasco, con una compagnia di attori giovani ma esperti. Ventitre sequenze brevi come fumetti inquadrano una società: una schiera di adolescenti formato "peanuts" – il mondo di Schultz cui i nomignoli dei personaggi e l’atmosfera linguistica rimandano – che all’improvviso passa dai giochi infantili al confronto con il presente, nel segno del medesimo "senso del vuoto". Nella prima parte li troviamo seduti su un divano davanti a un enorme televisore, a consumare coca cola e cartoni animati, tra chiacchiere e dispetti. Sopratitoli altisonanti, che con caustica ironia richiamano slogan socio-politici, preannunciano la svolta della seconda parte, in cui l’azione è trasferita in una caserma. Divisi in carnefici e vittime, i ragazzi, cresciuti di dieci terribili anni, sperimentano un sistema di torture da regime poliziesco in nome del potere. Tornare indietro è impossibile.
IL REGISTA
"Mettere insieme un gruppo di attori giovani, farli lavorare su un testo contemporaneo scritto da un giovane, il quale affronta tematiche moderne e adopera uno stile ’narrativo’ originale, affidare il tutto a un regista non ancora completamente ’istituzionalizzato’ ci espone al rischio di ’operazione culturale’. Ci può confinare nel limbo dei buoni tentativi, come sempre accade con le ’compagnie dei giovani’, o con le sperimentazioni inserite – a forza – in abbonamento, mal tollerate e mal capite. Occorre a mio parere non puntare solo sul pubblico giovane, giovanile o giovanilista, o rivolgerci a spettatori di nicchia, interessati alla drammaturgia contemporanea e più o meno preparati; ma dobbiamo passare ’l’esame’ di un pubblico adulto e normale. Dobbiamo fare il nostro mestiere di teatranti che consiste semplicemente nel creare spettacoli, prima che ’operazioni culturali’. Per fare ciò dovremo portare in scena attori bravissimi. E questo potrebbe già essere un piccolo evento. Una buona partenza. Considero produttivamente e complessivamente Noccioline una scommessa coraggiosa. Credo che una scommessa di questo genere sull’autore Paravidino e sul teatro DAVVERO contemporaneo, cioè l’antica arte della commedia secondo l’arte di percepire il presente in cui viviamo, sia doversa e sono certo potrebbe dare risultati sorprendenti, anche nella lunga durata e nell’apertura a un circuito europeo, di solito più sensibile alle proposte dei giovani drammaturghi che non il nostro sfiduciato, non più simpatico, ma per questo anche più caro, Paese.
Da tempo desidero lavorare in teatro con Fausto Paradivino, su un suo testo e possibilmente con lui come interprete. Si sono presentate alcune occasioni, in passato, ma per vari motivi siamo riusciti a fare insieme ’solo’ il suo film Texas, con i nostri ruoli rovesciati : lui regista e io interprete. Noccioline (peanuts, come le strips di Schulz) è un testo politico. E’ stato scritto quasi di getto all’indomani dei fatti del G8 di Genova, e credo nasconda dentro una grande rabbia. Quasi tutti i ragazzi in quei giorni hanno visto e (non) capito cose terribili, che sembravano impossibili nel momento in cui si sperimentava per le strade di tutto il globo l’auspicio per un ’mondo diverso’, e le sue possibilità politiche concrete. E in quei giorni Paradivino era un ragazzo. Lo è ancora oggi, quindi allora era qualcosa di più di un ragazzino. Credo che per i più giovani la reazione durissima del potere sia stato uno spettacolo cui non erano preparati…
(…) Peanuts nasce fa quello choc. Lo choc fu di due tipi : uno umano (vedere la violenza e l’ingiustizia come fossero cose naturali e accettate da tutti) e l’altro politico (capire che un mondo diverso NON è possibile). Eppure Peanuts non è un testo ’arrabbiato’, o di denuncia. E’, lo ripeto, un testo politico. Ma è, pur nella sconfortante tesi che lo ispira (che un mondo diverso FORSE non è possibile), anche una commedia divertente (…) "
Valerio Binasco
Valerio Binasco – È uno degli attori-registi teatrali più apprezzati della "nuova" generazione: diplomato presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1988, dove ha iniziato a lavorare come attore con Marco Sciaccaluga, Valerio Binasco ha collaborato a lungo ai progetti artistici di Franco Branciaroli e da molti anni lavora con Carlo Cecchi (ricopre il ruolo del protagonista anche nell’ultimo spettacolo, Tartufo di Molière). Ha ricevuto il Premio Linea d’ombra e il Premio Ubu quale miglior attore giovane per l’interpretazione di Amleto (regia Carlo Cecchi) ed è stato prescelto per i Premi Olimpici del Teatro e il Premio Ubu quale miglior attore non protagonista per Edipo a Colono (regia Mario Martone). Con Cecchi ha interpretato il ruolo di Clov nello spettacolo (premio Ubu) Finale di partita di Beckett. Lavora anche per il cinema (tra gli altri film: Lavorare con lentezza con V. Mastrandrea, Texas di F. Paravidino, La bestia nel cuore di C. Comencini) e per la radio. Alterna l’attività di interprete e di regista, e anche nel secondo ruolo ha meritato molti riconoscimenti: tra gli spettacoli da lui diretti ricordiamo La chiusa di Conor Mcpherson, Il cortile di Spiro Sciamone, Cara Professoressa di Ludmilla Razumovskaja, Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg.
L’AUTORE SU NOCCIOLINE:
Accanto a Noccioline sul tema del G8 Fausto Paravidino ha scritto GENOVA 01: le parole con cui ne parla servono a capire entrambi i testi.
"Un paio di coordinate estetiche: metafora e tragedia. Il teatro è il luogo della metafora, il palcoscenico è la metafora della terra, gli attori sono la metafora degli uomini, una commedia è una metafora della storia. Di solito un’idea o un sentimento mi si trasformano in una metafora, una storia, che diventa una commedia. In Genova 01 e Noccioline non succede perché il G8 a Genova mi è apparso già in sé come metafora del mondo in questo momento. È stato un momento di compressione temporale che è avvenuto in un luogo preciso. Si sono scontrati dei mondi, le persone che erano lì erano "rappresentanti", rappresentanti del Capitalismo, rappresentanti della contestazione, rappresentanti della tobin tax, rappresentanti dello Stato, rappresentanti di se stessi. Ognuno di coloro che si trovavano lì, non si trovava lì come si trova di solito nei posti: per caso. Si trovava lì per rappresentare qualcosa. Quindi era una metafora coi suoi personaggi, i suoi attori, la sua azione. Non si può inventare la metafora della metafora o il personaggio del personaggio, quindi tutto ciò è ’riferito’, non ’interpretato’. Quella di Genova 01 non è una scrittura ma una trascrizione. Tragedia. Genova è la fine del melodramma e l’inizio della tragedia. Non nella realtà, nella percezione della realtà. Non di tutti, ma di molti. C’è chi percepiva la tragedia da prima, c’è che vive ancora in un melodramma, noi siamo tra quelli che hanno percepito la tragedia con Genova. Percepire la tragedia vuol dire farla finita con le cazzate, mettersi nell’ottica di farla finita. Non vuol dire diventare migliori, ma volerlo sì. La differenza tra la tragedia e il melodramma è che alla fine della tragedia non cambi canale perché la tragedia sei tu. Continua dentro di te. Noi facciamo apologia di tragedia, proselitismo tragico, non so se è reato, spero di no. Se fosse non mi stupirei, si cerca di diventare grandi. F. Paravidino
Fausto Paravidino – È stato il primo autore italiano chiamato a partecipare a International Connections, il progetto del National Theatre di Londra che commissiona ad autori importanti nuove opere per circa 150 gruppi di nuovi interpreti non professionisti nella sola Gran Bretagna. Per molti è l’enfant prodige del teatro italiano degli ultimi anni: celebre già a 22 anni, Paravidino è attore, autore di teatro e qualche volta regista, ha scritto varie commedie – Trinciapollo (di cui ha firmato anche la regia teatrale) Gabriele (in collaborazione con Giampiero Rappa), Due Fratelli (Premio Tondelli 1999, e Premio Ubu Novità italiana 2002), Tutta Colpa di Cupido (con Giampiero Rappa e Lello Arena), La Malattia della Famiglia M (Premio Candoni Arta Terme 2000 – sez. opere commissionate), Natura Morta in un Fosso, Genova 01 (commissionato dal Royal Court Theatre), Noccioline – Nuts (2001), Morbid (2006), per lo più raccolte nel testo "Fausto Paravidino, Teatro", Ubulibri 2002. Ha scritto anche per il cinema e la televisione e ha frequentato l’"International Residency for Playwrights" nel 2000 presso il Royal Court Theatre di Londra. È autore e regista insieme a Giampiero Rappa e a Iris Fusetti del film Texas, di cui è stato anche interprete con, tra gli altri, lo stesso Valerio Binasco e Riccardo Scamarcio.