IL BAR SOTTO IL MARE
IL BAR SOTTO IL MARE
Teatro dell’Archivolto
Di Stefano Benni
Con Fabio De Luigi
Regia di Giorgio Gallione
Venerdì 2 febbraio ore 21 turno verde Sabato 3 febbraio ore 21 turno blu Domenica 4 febbraio ore 21 turno giallo
TEATRO VALLI
Tra concerto rock e canti di sirene, fiaba e malia, nel bar sotto il mare sono stipate assurde, comiche, improbabili storie di naufraghi del mondo. I personaggi evocati cantano, raccontano, giocano con le loro avventure fidando sulla complicità degli abissi. Sono stati trascinati lì da un’affascinante sirena , che li ha imprigionati sul fondo del mare trasformandoli nella più strana ciurma del più assurdo bastimento sottomarino, prigionieri di un sogno. Le loro storie, in forma di ballata, di canzone rockeggiante, di poesia comica e graffiante, di catastrofica pantomima da cinema delle comiche diventano i numeri di un varietà ghignanante, di uno show paradossale dove tutti, dall’emulo di John Belushi al Folle Lupo Solitario in cerca di Cappuccetto Nero, rivivono le loro delirante vicende.
A evocare queste storie surreali c’è un marionettista di anime, un narratore showman, un performer bizzarro che reinventa fiabe arcaiche o travolgenti racconti di vicende metropolitane, carnevalesche gare di parolacce rabelaisiane in un luogo immaginario, ai confini della realtà, parente del sogno e della visione.
"Il bar sotto il mare" nasce dall’elaborazione teatrale dei racconti e delle poesie di Stefano Benni, scrittore, giornalista, umorista e poeta di eccezionale talento comico che ha "prestato" i suoi materiali alle folli contaminazioni di Fabio De Luigi, Giorgio Gallione e del Teatro dell’Archivolto. E’ nato così un "one man show" sorprendente a cavallo tra musica e teatro. Uno show disinibito ed estroverso perché "tutto può accadere nel bar sotto il mare. Un bar in cui tutti vorremmo capitare, una notte, per ascoltare i racconti del barista, dell’uomo col cappello, dell’uomo con la gardenia, della sirena, del marinaio, dell’uomo invisibile, della vamp e degli altri misteriosi avventori" (Stefano Benni).