17 dicembre 2016
Teatro Cavallerizza
Coriolano
di William Shakespeare
adattamento e regia Marco Plini
con Marco Maccieri (Caio Marzio Coriolano), Giusto Cucchiarini (Giunio Bruto, tribuno del popolo), Cecilia Di Donato (Sicinio Veluto, tribuno del popolo), Luca Cattani (Menenio Agrippa, amico di Coriolano), Valeria Perdonò ( Volumnia, madre di Coriolano), Marco Merzi (Cominio, console e generale romano contro i Volsci)
aiuto regia Thea Dellavalle e Angela Ruozzi
disegno luci Fabio Bozzetta
video editing e live shooting Samuele Huynh Hong Son
costumi Nuvia Valestri
i costumi dei senatori romani sono abiti Luigi Bianchi Sartoria, Mantova
produzione Centro Teatrale MaMiMò
con il sostegno della Fondazione I Teatri
adattamento e regia Marco Plini
con Marco Maccieri (Caio Marzio Coriolano), Giusto Cucchiarini (Giunio Bruto, tribuno del popolo), Cecilia Di Donato (Sicinio Veluto, tribuno del popolo), Luca Cattani (Menenio Agrippa, amico di Coriolano), Valeria Perdonò ( Volumnia, madre di Coriolano), Marco Merzi (Cominio, console e generale romano contro i Volsci)
aiuto regia Thea Dellavalle e Angela Ruozzi
disegno luci Fabio Bozzetta
video editing e live shooting Samuele Huynh Hong Son
costumi Nuvia Valestri
i costumi dei senatori romani sono abiti Luigi Bianchi Sartoria, Mantova
produzione Centro Teatrale MaMiMò
con il sostegno della Fondazione I Teatri
L’ultima tragedia di Shakespeare, datata 1607, è sicuramente l’opera più politica e una delle meno rappresentate di William Shakespeare, nel 1957, esattamente 60 anni fa, Giorgio Strehler ne fece una mastodontica messinscena al Piccolo Teatro; una perfetta macchina metaforica sul potere, tra i temi più cari al drammaturgo inglese.
L'adattamento del testo per questa produzione mira a evidenziare questa tematica e a sottolineare il legame con il presente. La tragica vicenda personale del generale Caio Marzio, detto Coriolano da Corioli, città dei Volsci dai lui espugnata, è infatti indissolubilmente legata al destino di Roma, una città in espansione in cui le istituzioni democratiche sono ancora fragili e nuove forze popolari si affacciano sulla scena politica.
Coriolano, allevato e cresciuto in una gens romana, secondo i valori tradizionali nella guerra e per la guerra, è campione assoluto in battaglia, le sue imprese vittoriose contro i Volsci, una volta rientrato a Roma, lo rendono il candidato ideale per la carica di console. Coriolano però è un conservatore, disprezza il popolo che accusa di codardia ed è apertamente ostile ai tribuni i nuovi magistrati eletti in rappresentanza delle istanze popolari. L'intransigenza di Coriolano, il suo senso di assoluto, entra in conflitto con le esigenze di mediazione della politica, i tribuni riescono a capovolgere l'esito dell'elezione e a esiliare Coriolano, condannandolo come nemico del popolo. Coriolano, tradito da Roma, tradirà a sua volta alleandosi con il suo nemico Tullo Aufidio, il capo dei Volsci e marciando contro Roma per cingerla d'assedio e punirla della sua irriconoscenza. Soltanto l'ambasceria guidata dalla madre Volumnia convincerà il guerriero a firmare la pace e salvare Roma dalla distruzione. Tornato dai Volsci troverà la morte verrà ucciso per l'invidia di Aufidio e perchè riconosciuto traditore dell'alleanza.
L'adattamento del testo per questa produzione mira a evidenziare questa tematica e a sottolineare il legame con il presente. La tragica vicenda personale del generale Caio Marzio, detto Coriolano da Corioli, città dei Volsci dai lui espugnata, è infatti indissolubilmente legata al destino di Roma, una città in espansione in cui le istituzioni democratiche sono ancora fragili e nuove forze popolari si affacciano sulla scena politica.
Coriolano, allevato e cresciuto in una gens romana, secondo i valori tradizionali nella guerra e per la guerra, è campione assoluto in battaglia, le sue imprese vittoriose contro i Volsci, una volta rientrato a Roma, lo rendono il candidato ideale per la carica di console. Coriolano però è un conservatore, disprezza il popolo che accusa di codardia ed è apertamente ostile ai tribuni i nuovi magistrati eletti in rappresentanza delle istanze popolari. L'intransigenza di Coriolano, il suo senso di assoluto, entra in conflitto con le esigenze di mediazione della politica, i tribuni riescono a capovolgere l'esito dell'elezione e a esiliare Coriolano, condannandolo come nemico del popolo. Coriolano, tradito da Roma, tradirà a sua volta alleandosi con il suo nemico Tullo Aufidio, il capo dei Volsci e marciando contro Roma per cingerla d'assedio e punirla della sua irriconoscenza. Soltanto l'ambasceria guidata dalla madre Volumnia convincerà il guerriero a firmare la pace e salvare Roma dalla distruzione. Tornato dai Volsci troverà la morte verrà ucciso per l'invidia di Aufidio e perchè riconosciuto traditore dell'alleanza.