Compagnie Adrien M / Claire B
Cinématique (versione 2015)
ideazione Adrien Mondot
giocoliere Joseph Viatte
danzatrice Marie Tassin
musica e creazione sonora Christophe Sartori, Laurent Buisson
creazione luci Elsa Revol, Jérémy Chartier
drammaturgia Charlotte Farcet
ingegnere del suono Wilfrid Haberey
ingegnere luci Rosemonde Arrambourg
direzione tecnica Alexis Bergeron – amministrazione Marek Vuiton – produzione e distribuzione Charlotte Auché – produzione Margaux Fritsch, Delphine Teypaz
Una zattera all’assalto dei flutti: così comincia il viaggio, attraversato da materie virtuali e da paesaggi. Linee, punti, lettere, oggetti numerici proiettati su superfici piane tessono spazi poetici che sposano i corpi e il gesto. L'immaginario trasforma l’opaco e lo appiattisce per rivelare, attraverso la trasparenza e il movimento, la libertà, il desiderio e l’infinito che ciascuno porta in sé.
«Più del caso particolare, che è per me la giocoleria, è in definitiva il movimento in tutte le sue forme ciò che mi abita, e poco importa se oggetti e corpi siano reali o virtuali… Sperimentare il movimento come vettore di un’emozione è stata la linea guida di Cinématique, che si è costruito intuitivamente attorno a questi paesaggi “oni(nume)rici”: corpi che compiono evoluzioni con oggetti. In questa costruzione sinuosa ho scelto di sbarazzarmi di tutto ciò che non mi sembrava essenziale. La scenografia, sintetizzata in un immenso spazio di possibili, torna alla sua più semplice espressione: le due pagine bianche di un libro aperto, ancora da scrivere. La tentazione della narrazione è stata messa alla prova, per finire spogliata di ogni elemento concreto, nel desiderio profondo e implacabile di 'tentare di essere un supporto all'immaginario il più vasto possibile', di lasciar affondare lo spettatore nello spettacolo, in breve, a modo suo.
Accanto alla giocoleria, ho sviluppato in questi anni un insieme di strumenti di creazione video, chiamati eMotion (che sta per “movimento elettronico”), basato sulla mia esperienza di scena e di giocoleria, attorno a una problematica che ora sento ricorrente: come sviluppare un’infrastruttura tecnologica che metta in permanenza l’umano al centro della creazione? Al di là della fascinazione delle immagini, si tratta a mio parere di servirsi delle immense possibilità offerte dagli strumenti odierni, ma instillando in essi l’errore, la fragilità, forse la poesia, affinché si entri nell’era dello spettacolo post-digitale, in cui la tecnologia non sia più un pretesto.» (Adrien Mondot)