TERRA DI NESSUNO
Lo spettacolo è stato presentato in 1a nazionale al Teatro Out Off il 10 gennaio 2007
Un ricco e affermato scrittore e critico letterario, Hirst, dopo essersi ubriacato al pub e aver fatto amicizia con un poeta vagabondo, Spooner, lo porta a casa sua, in uno dei quartieri più esclusivi della città. La notte è ancora lunga, i due continuano a bere, la gradazione alcolica è altissima e il tono dei loro dialoghi raffinati diventa sempre più esilarante e ricco di divertenti osservazioni. Forse i due si conoscevano da diverso tempo e il destino ha riservato loro vite diversissime: uno è famoso e molto abbiente mentre l’altro è costretto a lavorare nei pubs come cameriere per riuscire a sopravvivere. In casa di Hirst vivono anche Briggs e Foster, due ambigui aiutanti tuttofare che tollerano a fatica l’arrivo di quell’intruso. Spooner viene chiuso a chiave nel salotto di casa e gli viene impedito di andarsene. Arriva il mattino, Hirst e tutti gli altri riprendono a bere come se la notte non fosse mai passata.
E’ un testo in cui Pinter scandaglia il " proprio rapporto " fra arte e vita e principalmente sviscera il senso di una esistenza prossima alla fine dove anche i ricordi che sembrano essere le cose vere che ci sono accadute, dato che abbiamo la certezza che ci hanno visto testimoni, perdono consistenza e svaniscono nell’indeterminatezza. In scena ci sono 4 personaggi ma forse uno solo è reale e gli altri 3 non sono che la proiezione di se stesso, dei suoi fantasmi. Pinter scrive questo testo per fare un bilancio con se stesso e per raccontarci la parte più oscura della propria anima.
Nel 2005 Harold Pinter riceve il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: " A colui che nelle sue commedie discopre il precipizio sotto le chiacchiere".
Lorenzo Loris, regista storico della compagnia, in vent’anni di collaborazione con l’Out Off ha realizzato un originale percorso attraverso la drammaturgia contemporanea e del Novecento. Negli ultimi anni Lorenzo Loris ha sviluppato questo interesse allargandolo a un confronto sempre più serrato con i massimi esponenti del ’900 (Jean Genet, Samuel Beckett, Arthur Miller, Harold Pinter). Questa direzione di lavoro lo ha portato ad affrontare parallelamente anche i grandi autori del passato (Maurice Maeterlinck, Marivaux, Carlo Goldoni, Henrik Ibsen) con l’obiettivo di mettere in sintonia, le parole dell’autore con la nostra contemporaneità.