Il mio Ernani: la provocazione della tradizione
di Gianmaria Aliverta
«Sono provocatorio perché faccio uno cosa che generalmente non faccio, il conservatore. In questo Ernani vedrete tanti mantelli, tanto tulle, arie in proscenio e spade alzate al momento dell’acuto. Vedrete insomma rispettate tutte le forme più classiche del teatro d’opera.
Le scene che firmo con Benazzi diventano uno spazio drammaturgico dal sapore antico, ma che guardano alla contemporaneità grazie all’ausilio delle proiezioni. Proprio in queste è visibile la mia firma, anche se celata sotto un’inusuale veste di conservatore, poiché emerge in modo netto e deciso la volontà di guardare alle nuove tecnologie come elemento drammaturgico, senza distruggere o riscrivere il linguaggio canonico dell’opera. Non vedrete un film, non vedrete le facce dei protagonisti proiettati e ingigantiti. Le immagini prenderanno il posto dei teli dipinti, evocando di volta in volta le ambientazioni o gli stati d’animo.