NEL TEMPO DI MEZZO
di Marcello Fois
con l'autore dialoga Gino Ruozzi
Dalle 10 alle 13 sono aperte le terrazze e le sale del Ridotto del Teatro Municipale Valli con caffetteria, bookshop e mostre.
Tutti gli appuntamenti della domenica sono in collaborazione con
“Il tempo di mezzo è quello tra le generazioni dei protagonisti, e anche quello del nostro Paese quando incominciava il boom economico e, con esso, l’illusione che tutto fosse possibile”. (M.F.)
Un tempo che è insieme sospensione e costruzione, attesa e distacco. Un tempo che, forse, sull’Isola Sardegna è durato più che altrove: la terra che Vincenzo attraversa a piedi, dopo essere sbarcato a Olbia, è un paesaggio aspro in cui la poiana vola accanto al gabbiano, e a breve distanza crescono abeti e ginepri, e mare e montagna convivono in una spazio piccolissimo, «in una concentrazione che costringeva la natura a esprimersi sinteticamente, ma nella perfezione delle genetiche che pure aveva stabilito per tutti». Una terra forte perché antica, dove la Natura non ha ancora lasciato il posto alla Storia e la guerra sembra non aver lasciato tracce.
Marcello Fois, Nel tempo di mezzo, Einaudi, 2012
Marcello Fois
(Nuoro, 1960). È uno scrittore, commediografo e sceneggiatore italiano. Laureato in Italianistica presso l’Università di Bologna, nel 1989 scrive il suo primo romanzo, Ferro Recente che viene pubblicato nel 1992 in una collana di giovani autori italiani. Sempre nel 1992 pubblica Picta, con cui vince (ex aequo con Mara De Paulis) il Premio Italo Calvino; nel 1997, per Nulla (con cui inizia la collaborazione con la casa editrice Il Maestrale), riceve il Premio Dessì. Nel 1998, ancora per Il Maestrale, esce Sempre caro, primo romanzo di una trilogia (proseguita con Sangue dal cielo e L’altro mondo), ambientata nella Nuoro di fine Ottocento. Con Sempre caro nel 1998 vince il Premio Scerbanenco. Con Dura madre vince nel 2002 il Premio Fedeli e nel 2007 riceve il Premio Lama e trama alla carriera. Oltre che alla narrativa, Fois si dedica anche alla sceneggiatura, sia televisiva (Distretto di polizia, L’ultima frontiera) che cinematografica (Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni), e al teatro per cui ha scritto L’ascesa degli angeli ribelli, Di profilo, Stazione (un atto unico per la commemorazione delle vittime della strage alla stazione di Bologna), Terra di nessuno e Cinque favole sui bambini (trasmesso a puntate da Radio 3 Rai). Ha scritto anche un libretto operistico tratto dal romanzo di Valerio Evangelisti Tanit. Nel 2007, con il romanzo Memoria del vuoto, edito da Einaudi nel 2006, ha vinto il Premio Super Grinzane Cavour per la narrativa italiana, il premio Volponi e il premio Alassio 100 libri.
Gino Ruozzi
insegna Letteratura italiana nell’Università di Bologna. Collaboratore delle riviste «Italianistica», «Studi e problemi di critica testuale», «Filologia e critica», «Proteo», «Humanitas», «Nuovi Argomenti», è studioso del Quattrocento, del Settecento e del Novecento, con particolare interesse per i generi aforistico ed epigrammatico. Ha stampato saggi su Leon Battista Alberti, Salvator Rosa, Francesco Algarotti, Saverio Bettinelli, Giacomo Casanova, Vincenzo Monti, Georg Christoph Lichtenberg, Giacomo Leopardi, Antonio Fogazzaro, Ennio Flaiano, Gesualdo Bufalino, Ferruccio Masini, Sergio Quinzio, Ottiero Ottieni. Ha pubblicato Scrittori italiani di
aforismi (2 voll., “I Meridiani” Mondadori, 1994-96), Epigrammi italiani (Einaudi, 2001), Favole, apologhi e bestiari (BUR, 2007), Ennio Flaiano, una verità personale (Carocci, 2012).