LASCIAMI ANDARE MADRE
TEATRO ARIOSTO
Teatro Eliseo Roma
Musikdrama di Lina Wertmüller e Helga Schneider
dal libro "Lasciami andare, madre" di Helga Schneider
con Roberto Herlitzka, Milena Vukotic
impianto scenico e costumi Enrico Job
musiche Italo Greco, Lucio Gregoretti
luci Jurai Saleri
regia Lina Wertmüller
Venerdì 17 marzo ore 21 – turno verde Sabato 18 marzo ore 21 – turno blu Domenica 19 marzo ore 15,30 – turno rosso
Helga Schneider, nata in Polonia alla vigilia della guerra e vissuta poi in Germania e in Austria, dal 1963 risiede e lavora in Italia. Dopo ventisette anni di silenzio viene informata per lettera che la propria madre è ancora in vita e decide di incontrare, per la seconda volta in tutta la sua vita, colei che cinquantasette anni prima ha abbandonato lei ed il fratellino per seguire la propria strada e impegnarsi come guardiana nei campi di concentramento, i futuri campi di sterminio di Hitler. La donna si reca all’appuntamento con l’anziana madre che vive in una casa di riposo e non fa mistero del proprio passato: anzi ne è orgogliosa. Scegliere questo incontro è per la protagonista una ricerca di chiarimento. Lei stessa non è del tutto consapevole di che cosa l’abbia spinta a questa resa dei conti. Che si rivela densa di ansia e penosa: non solo per la divaricazione di valori che esiste tra madre e figlia, ma anche perché porta alla luce l’inconsistenza del rapporto tra le due donne. Tra l’egoistico e tardivo tentativo dell’anziana di accaparrarsi l’affetto della figlia e l’arrendersi della figlia alla scomoda evidenza della mancanza di amore.
Lasciami andare madre, musikdrama di Lina Wertmüller e Helga Schneider, messo in scena al Piccolo Eliseo di Roma con grande consenso di critica e strepitoso successo di pubblico, è la storia di Helga Schneider, bambina abbandonata e ora scrittrice affermata. La storia dell’ultimo incontro è rivissuta da Helga in un delirio notturno nel quale riemergono frammenti del passato, i personaggi della sua infanzia, ma soprattutto lei, la madre cattiva. La trama è caratterizzata da una drammaticità dura e implacabile, una sorta di monito contro gli autoritarismi, il fanatismo ideologico e ogni forma, vecchia o nuova, di razzismo e antisemitismo.
Nello spettacolo Roberto Herlitzka veste i panni della madre. Ormai vecchissima, appare sul punto di lasciare al resto dell’umanità, a noi e a sua figlia, il peso di un insostenibile orrore e la paura che potrebbe ripetersi. Milena Vukotic veste i panni dell’autrice; un incontro atroce, un misto di emozioni e riluttanza, una madre che la chiama insieme "topolino e scatola vecchia", una nazista convinta di aver agito bene anche a distanza di tanti anni da quei terribili avvenimenti.
«Uno spettacolo – dice Lina Wertmüller – di un genere nuovo in quanto non ha niente a che fare con il musical, non sono canzoni, ma è la musica che racconta situazioni e sentimenti in uno spettacolo ferocissimo, forse il più duro che io abbia mai fatto.» La scena è di Enrico Job, un grande orologio senza lancette, all’interno del quale recitano gli attori, mentre un pendolo scandisce un tempo non tempo.
"Giulio Nascimbeni scrisse sul Corriere della Sera parole intense sul mio libro, ma Lina e io siamo convinte che calzino perfettamente anche al nostro lavoro teatrale :"Un brivido profondo percorre le ultime righe come un’insanabile sensazione di irrealtà. Il libro arriva da tenebre mai superate, da nebbie invincibili che assediano la memoria. Lo si legge trattenendo il respiro". Helga Schneider