IL MALATO IMMAGINARIO
Lunedì 11 aprile 2005, ore 21.00: turno verde
martedì 12 aprile 2005, ore 21.00: turno blu
mercoledì 13 aprile 2005, ore 21.00: turno giallo
Abbiamo immaginato lo spettacolo in uno spazio onirico, irreale, quasi un luogo della mente creato da Argante per rappresentare la sua finzione. Un luogo in cui il malato esiste e vive con i suoi incubi che si fanno personaggi. I dottori appartengono a un mondo di cui Argante ha necessità per dissimulare la paura della vita. Forse nulla di quello che vede è vero, reale. Una grande messa in scena del trascorrere inesorabile del tempo. In questo contesto si inseriscono l’immaginifico artistico dei costumi di Santuzza Calì e la geometrica essenzialità delle scene di Stefano Pace. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Massimo Dapporto potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato: Argante probabilmente ha più paura di vivere che di morire.
Guglielmo Ferro