di Francesca Picci
con Ettore Marrani, Carolina Migli Bateson, Paolo Zaccaria
e con gli allievi della classe IIIG della Scuola secondaria di I grado “Aosta” di Reggio Emilia
musiche dal vivo Mad Box
regia Gabriele Tesauri
produzione NoveTeatro
in collaborazione con ISTORECO – Reggio Emilia e con il centro culturale “Lucio Lombardo Radice” di Correggio
Un dialogo tra narrazione e didattica storica per restituire la forza di una scelta di pace.
Lo spettacolo nasce dalla volontà di portare alle nuove generazioni la figura di don Pasquino Borghi, un sacerdote che ha saputo interpretare il sentimento della carità durante uno dei periodi più dolorosi della storia italiana. Il racconto è una narrazione che vuole aprire un dialogo tra sensibilità diverse, utilizzando le fonti storiche come slancio drammaturgico per costruire affinità e rimandi tra la lotta di Resistenza e le attuali generazioni. Non un’operazione puramente celebrativa, ma nata con l’intento di restituire la forza della scelta di don Pasquino di ricercare la via della pace tra gli uomini facendosi carico della difesa dei deboli e degli oppressi.
Per costruire questo ponte tra epoche diverse è stato utilizzato il linguaggio del teatro e della musica, due arti care a don Pasquino e da lui stesso praticate. Ecco allora che durante la narrazione lo si rivede nel ruolo di regista della filodrammatica di Canolo, dove metteva in scena testi in cui il sacrificio e l’amicizia tra gli uomini erano tematiche importanti. Ecco perché la scelta di inserire nello spettacolo le musiche dal vivo interpretate dalla band Mad Box, un giovane gruppo rock della scena correggese a cui è stato chiesto di reinterpretare canzoni dell’epoca.
Nello spettacolo si ritrovano i passaggi principali della vita di don Pasquino: dal suo periodo in Sudan come missionario comboniano alla clausura della Farneta, fino alla tragica conclusione della condanna a morte decisa dai fascisti nel gennaio del 1944. Il racconto viene affidato agli attori di NoveTeatro e ai ragazzi delle scuole, in un dialogo tra narrazione e didattica storica che può dare un importante contributo alla trasmissione della Memoria alle future generazioni.
Don Pasquino Borghi
Sacerdote di umili origini e medaglia d’oro al valor militare alla memoria, Don Pasquino Borghi dopo l’8 settembre iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima banda partigiana italiana, quella dei fratelli Cervi. Partigiano lui stesso con il nome di “Albertario”, collaborò attivamente con don Domenico Orlandini (nome di battaglia “don Carlo”). Il 21 gennaio 1944 don Pasquino fu arrestato a Villa Minozzo per poi essere trasferito alle carceri di Scandiano e di Reggio Emilia. Venne fucilato, senza alcun processo, insieme ad 8 antifascisti nel Poligono di tiro il 30 gennaio come rappresaglia all’uccisione di un militare della Guardia Nazionale Repubblicana avvenuta a Correggio due giorni prima.
Il giornale della federazione Il solco fascista così scriveva: «A seguito delle proditorie uccisioni di Militari della GNR e dell’esercito repubblicano verificatesi in questi ultimi giorni, si è riunito, nella giornata del 29 corrente, il Tribunale speciale di Reggio nell’Emilia che ha giudicato e condannato alla pena capitale nove persone risultate colpevoli dei delitti di favoreggiamento di bande armate ribelli e di prigionieri nemici, di sovversismo e incitamento alla rivolta e alla guerra civile. La sentenza è stata eseguita stamane all’alba».
«Dicono che è stato partigiano: è vero, ma lui è sempre stato partigiano del bene e della carità ed è sempre stato resistente all’ingiustizia e alla violenza. Quello che ha fatto, lo ha fatto perché lui era abituato in famiglia, alla bontà ed alla carità. A Tapignola aveva continuato a fare quanto aveva fatto in Africa, il missionario, dando tutto ciò che aveva agli altri». Orsola Del Rio Borghi (madre di don Pasquino)
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