ZUPPA DI SASSO
Compagnia Tanti Cosi Progetti
di Danilo Conti e Antonella Piroli
con Danilo Conti
scenografia e oggetti di scena Scuola Arti e Mestieri di Cotignola, Massimiliano Fabbri
La fiaba a cui è ispirato lo spettacolo risale ad epoche in cui giramondo, vagabondi, soldati reduci da battaglie campali che tentavano di ritornare a casa incontravano gli abitanti di villaggi sul loro percorso. Stranieri, sconosciuti che chiedevano ospitalità e ristoro e che alle volte con qualche espediente sapevano conquistare la fiducia degli abitanti dei luoghi che attraversavano, risvegliando in questi ultimi sentimenti e sensazioni dimenticate.
In questa versione il posto dei personaggi umani viene preso da animali che simboleggiano differenti psicologie e attitudini.
Zuppa di sasso narra di un vecchio lupo che raggiunge un villaggio e non trova ospitalità per la paura e la diffidenza degli abitanti. Solamente attraverso un espediente riuscirà a saziarsi. Improvvisa un fuoco nella piazza del paese e, dopo aver chiesto in prestito una pentola, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa, chi il sale, chi una verdura all'ingrediente segreto che bolle in pentola. Dopo un festoso banchetto il lupo vagabondo se ne andrà portando via il suo sasso, ma chi resta esce trasformato dall’esperienza, riscoprendo sentimenti di unione, amicizia, felicità, leggerezza, che aveva dimenticato. La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto alla apertura degli animi, a sentimenti veri attraverso un gioco di illusione come quello del sasso.