Post
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità sociale
Francesco Bonami
Finalmente Domenica
Un tempo l’opera d’arte era elitaria ed era soprattutto uno strumento della religione o della propaganda. Poi è diventata un oggetto di lusso per il piacere di pochi. Infine, i musei e le mostre hanno esteso alla massa la sua fruizione. Oggi la si guarda e la si giudica dal punto di vista della sua riproducibilità sociale attraverso mezzi di condivisione sociale sempre più vari e diffusi. Il like/mi piace ha a che fare con la capacità dell’opera di sostenere la nostra immagine e la nostra presenza sociale. Con la sua capacità di farci piacere al più vasto numero di gente possibile. Da misteriosa sconosciuta, da scrutare, scoprire e svelare, l’opera d’arte è diventata uno sfondo, un panorama, un accessorio alla nostra esperienza. L’arte è diventata un punto di riferimento come altri. Una qualunque fra le tantissime prove schiaccianti della realtà che utilizziamo per dimostrare che esistiamo, che ci muoviamo, che viaggiamo. Così molte opere d’arte contemporanea rimangono lì a guardare le nostre spalle, accettano di farsi usare e abusare. Si tratta di opere in cui l’arte ha deciso di rinunciare alla sua sacralità e alla sua aura per trasformarsi in gioco, illusione ottica, trucco. Cosa racconta questa rivoluzione della nostra società? Il mondo in cui viviamo sta cambiando. Le sue regole, i suoi codici, la nostra postura non sarà più la stessa. Francesco Bonami compie un viaggio attraverso l’arte che diventa sempre più autonoma dall’opera e si trasforma nello sfondo della nostra esistenza nella società.
F. Bonami, Post, Feltrinelli 2019
In collaborazione con Credem
Informazioni sullo spettacolo
20.10.2019 - h 11:00 - Sala degli Specchi del Teatro Valli
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili