Uno, due, tre…
di Pietro Fenati
con Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni
regia Pietro Fenati
Uno spettacolo per pochi bambini dove l’incanto degli oggetti sostituisce la parola.
Uno, due, tre, cinque, dieci, trentatrè…
Elvira e Piero seguono un altro filo: un filo che è la coda del topo, ma anche un segno sulla carta, e un segno (o un sogno?) nello spazio, su cui corre la nuova avventura di Uno, due, tre. Tre topini che però sono anche tre macchie di colore, tre forme differenti, tre emozioni diverse.
Tre che diventa tre volte tre, che diventa trentatre. Tutto sul filo della fantasia, a raccontare una nuova, semplice storia di complicità tra i bambini e gli attori.
In principio, in mezzo al nero c’è il bianco; poi viene il rosso e a seguire il blu. Infine appare il giallo. Questa è una semplice storia di colori che pare ricavata da un quadro di Piet Mondrian. Sì, è vero, ma c’è dell’altro. Intanto il nostro non è proprio un quadro…forse lo possiamo definire un affresco a tre dimensioni raccontato da due attori di poche, anzi pochissime parole. Senza parlare loro parlano di cielo e mare, di cose della vita e della meraviglia di sorprendersi per il volo di un uccello, per un pesce che guizza, per una palla che rotola.
E dire che tutto comincia con un tizio che sbuccia una mela e alla fine si accorge che la luna è una lampadina…