Un’altra parte del mondo
di Massimo Cirri
con l'autore dialoga Gino Ruozzi
L’ultima volta che compare in pubblico è ai funerali di Togliatti, suo padre. Lui lo chiamano Aldino, anche quando è un uomo adulto. Suo padre Il Migliore. Dopo i funerali, Aldo scompare. Sappiamo che ha già avuto problemi di salute mentale, che vive con la madre Rita Montagnana a Torino. Lì, negli anni cinquanta, fa l’ingegnere dei telefoni, ma non dura molto. Una volta lo trovano a Civitavecchia, sul molo. Sembra un barbone, ferma un marinaio, vuole salire sulla sua nave, partire. E vuole partire anche vent’anni dopo, quando a Le Havre s’incanta a spiare l’altra parte del mondo. L’America che non vedrà mai. Palmiro Togliatti cerca per lui cure migliori, in Unione Sovietica (dove Aldino è cresciuto e ha studiato) e in Bulgaria. Nel 1979 Aldo viene “preso in consegna” dal Partito comunista. Lo ritroviamo in una casa di cura, Villa Igea, a Modena. Ci sta fino alla morte nel 2011, a ottantasei anni. In clinica, per via di quel cognome pesante, nei documenti c’è scritto solo Aldo.
M. Cirri, Un’altra parte del mondo, Feltrinelli 2016