Un canto di Natale
Ca' Luogo d'Arte
THEATRE JEUNE PUBLIC CENTRE DRAMATIQUE NATIONAL D'ALSACE DE STRASBOURG
con la collaborazione del Teatro delle Briciole
testo Marina Allegri
regia Maurizio Bercini
con Giulio Canestrelli/Alberto Branca, Pier Giorgio Gallicani, Francesca Grisenti
musiche originali di Paolo Codognola
eseguite dal vivo da Paolo Codognola, Nicholas Forlani, Stefano Schembari
tecnico Francesco Grossi
scene ideate e costruite nei laboratori di Cà Luogo d’arte da Maurizio Bercini, Ilaria Commisso, Donatello Galloni
costumi Stefania Coretti
luci Maurizio Bercini, Alejandro Zamora
organizzazione Alberto Branca
foto di Serena Groppelli – Palomar fotografica
Questo spettacolo è innanzitutto musica.
In una piccola scena adagiata sulla cartina di Londra tre musicisti accompagnano il racconto.
Il racconto è uno dei più conosciuti di Charles Dickens: “Il Canto di Natale”.
Ci piace Dickens, in questo momento ancora di più, non tanto per il suo linguaggio obsoleto o per la elaborata costruzione del racconto, quanto per il suo sguardo preciso, tagliente, decisamente “moderno” sull’infanzia e sulla costellazione di adulti che la circonda. Non fa sconti Dickens nel “Canto di Natale”, il cattivo è decisamente cattivo, il povero povero, il freddo taglia e uccide.
Ma…
Ma se si considera con sguardo attento il vero centro della storia: un bambino malato che morirà se le ombre del futuro non muteranno, si capisce che qualcosa può accadere, che il cambiamento non è impossibile ed è nelle nostre mani, nelle mani degli adulti che decidono, scelgono, prendono posizioni.
E gli adulti possono essere visitati dagli spiriti del passato, del presente e soprattutto del futuro, possono e devono considerare la loro storia ed avere preveggenza sul futuro, possono e devono cercare di mutare le ombre di questa storia per darle un lieto fine.
Nello spettacolo il Natale non è considerato come l’unico giorno dell’anno in cui si possono compattare affetti e rivivere legami, ma come “ogni giorno” che al risveglio può essere considerato una festa, magari senza regali, perché in fondo è…
…“Natale se lo vuoi
né asini né buoi
ci siamo solo noi
Un pensiero in armonia
le luci nella via
basta anche la torta di mia zia”
Questo è uno spettacolo in cui si parla di ricchezza e povertà, povertà che non fa di certo rima con dignità.
Perché
“La dignità non la compri e non la vendi
la dignità è un patto con te stesso
la dignità è non essere un oggetto
la dignità è saper cos’è il rispetto”
Un lieto Natale a tutti…..