L’altro e l’altrove. Antropologia, geografia e turismo
di Marco Aime e Davide Papotti
con gli autori dialoga Fulvio Pezzarossa
con gli autori dialoga Fulvio Pezzarossa
Mai come negli ultimi decenni il turismo è diventata un’attività che si nutre di immagini e di immaginari. Viviamo in una società fortemente mediatizzata, che produce un’enorme quantità di immagini finalizzate alla conoscenza e al consumo di luoghi e persone, che diventano patrimonio condiviso delle varie «comunità» turistiche e si trasformano via via in una sorta di icone. Partendo da approcci disciplinari diversi ma convergenti, come quello dell’antropologia culturale e della geografia, Marco Aime e Davide Papotti, basandosi su un percorso teorico supportato dall’analisi di casi esemplari, mettono in luce alcuni dei meccanismi che portano alla costruzione degli immaginari relativi a luoghi, spazi, eventi e dimensioni di vita esotiche. Immagini e immaginari che condizionano fin da prima della partenza ogni forma di incontro con la diversità, sia essa di carattere naturalistico-ambientale, sia invece di tipo etnico-culturale, e che determinano il nostro rapporto con l’altro e con l’altrove, perpetuandosi e riproducendosi in una sorta di circolo autoreferenziale.
Marco Aime, Davide Papotti, L’altro e l’altrove, Einaudi, 2012
Dalle 10 alle 13 sono aperte le terrazze e le sale del Ridotto del Teatro Municipale Valli con caffetteria, bookshop e mostre.
Tutti gli appuntamenti della domenica sono in collaborazione con
Marco Aime
Insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato: Il primo libro di antropologia (Einaudi, 2008), Timbuctu (Bollati Boringhieri, 2008), La macchia della razza (Ponte alle Grazie, 2009), Il diverso come icona del male, con E. Severino (Bollati Boringhieri, 2009), Una bella differenza (Einaudi, 2009), Il dono al tempo di internet, con A. Cossetta (Einaudi, 2010), Gli uccelli della solitudine (Bollati Boringhieri, 2010), Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012), Cultura (Bollati Boringhieri, 2013). È autore anche di alcune opere di narrativa: Sensi di viaggio (Ponte alle Grazie, 2005), Gli stranieri portano fortuna (Epoché, 2007), Il lato selvatico del tempo (Ponte alle Grazie, 2008), Rubare l’erba (Ponte alle Grazie, 2011), African graffiti (Stampalternativa, 2012).
Davide Papotti
È professore associato di Geografia presso il Dipartimento A.L.E.F.-Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia dell’Università di Parma, dove insegna Geografia culturale. Ha conseguito un Master of Arts presso la University of Virginia (USA) e un dottorato di ricerca in “Uomo e ambiente” presso l’Università di Padova. Si occupa principalmente di rapporti fra geografia e le arti (soprattutto la letteratura), di immigrazione e multicultura in Italia, delle rappresentazioni paesaggistiche nell’immaginario turistico. È autore del volume Geografie della scrittura – Paesaggi letterari del Medio Po (1996), curatore con L. Rossi di Alla fine del viaggio (2005) ed ha pubblicato circa un centinaio di saggi su riviste e volumi collettanei.
Fulvio Pezzarossa
Insegna Sociologia della Letteratura presso l’Università di Bologna; ha dedicato saggi, studi e interventi ai temi dello scambio fra culture, e in particolare alla letteratura prodotta in lingua italiana da autori di provenienza migrante, pertanto protagonisti di forme di viaggio inverse ed alternative al turismo occidentale. Ha presieduto a lungo la giuria del Premio Eks&Tra, dedicato a tali opere inedite, e dirige dal 2007 il primo laboratorio italiano di scrittura creativa interculturale.
Ha fondato, e dirige dal 2008, “Scritture Migranti”, la prima rivista accademica che si occupa in esclusiva dell’argomento. Ha promosso e coordinato il Convegno internazionale “Leggere il testo e il mondo. Vent’anni di scritture della migrazione in Italia” nell’ottobre 2010, i cui atti sono usciti l’anno successivo presso l’Editore Clueb di Bologna.
Finalmente Domenica 2024-2025
2 marzo 2025
Vittorino Andreoli
Finalmente Domenica
Teatro Cavallerizza