La resistenza perfetta
di Giovanni De Luna
Sono decenni, ormai, che la Resistenza è sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma anche di giornalisti e opinionisti. E se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa vulgata è diventata un sottofondo dato quasi per scontato. Il rischio è che ci dimentichiamo, e le giovani generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all'altezza del suo mito c'è stato nella lotta partigiana. Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un'immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d'Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell'ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera. Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt'attorno, si formò veramente quell'unità che diede origine al mito della Resistenza.
G. De Luna, La resistenza perfetta, Feltrinelli 2015
Giovanni De Luna
È stato ordinario di Storia contemporanea all’Università di Torino. Autore di fortunate trasmissioni radiofoniche e televisive, attualmente collabora con Rai Storia. Nel 2011, con Walter Barberis, ha curato la mostra “Fare gli italiani”. Scrive per La Stampa e per Il Venerdì di Repubblica. Tra i suoi ultimi libri: Storia del Partito d'Azione (Utet, 2006, nuova edizione), Il corpo del nemico ucciso. Violenza e morte nelle guerre contemporanee (Einaudi, 2006), Le ragioni di un decennio, 1969-1979. Violenza, militanza, memoria, sconfitta (Feltrinelli, 2009), La Repubblica del dolore. Le memorie divise nell’Italia di oggi (Feltrinelli, 2011), Una politica senza religione (Einaudi, 2013).
Mirco Carrattieri
Collabora con l'Insmli e Università di Modena e Reggio Emilia. E' stato presidente di Istoreco dal 2009 al 2015. Coordina la redazione della rivista “E-Review”. Dottore di ricerca in Storia politica dell’età contemporanea presso l’Università degli studi di Bologna, è stato borsista presso l’EHESS di Parigi, presso la Fondazione Luigi Salvatorelli di Marsciano (PG), presso la Fondazione Gorrieri di Modena, presso la Fondazione Basso di Roma. Si occupa prevalentemente di storia della storiografia, di storia degli intellettuali e di storia locale.
Informazioni sullo spettacolo
01.11.2015 - h 11:00 - Sala degli Specchi del Teatro Valli