La regina delle nevi
Compagnia: Corso di Perfezionamento Agora Coaching Project / Associazione Progetto Danza Reggio Emilia
Coreografie: Michele Merola, Enrico Morelli
Regia: Michele Merola, Enrico Morelli
Interpreti: allievi del corso di perfezionamento Agora Coaching Project
Scenografia: a cura di Progetto Danza
Costumi: Enrico Morelli e Nuvia Valestri
Luci: Cristina Spelti
Musiche: Ran Bagno e altri autori
Coordinamento incontri introduttivi con le scuole: Cinzia Beneventi
La regina delle nevi è una delle più belle fiabe di H. C. Andersen.
Costruita come una scatola cinese, narra la storia dell’amicizia di Kay e Gerda.
Kay, ferito dai frammenti dello specchio di uno spirito maligno viene rapito dalla regina delle nevi, così Gerda decide di intraprendere un lungo viaggio alla disperata ricerca dell’amico.
Nella fiaba, lo specchio magico, precipitato improvvisamente sul mondo, simboleggia il male che si insinua direttamente negli occhi e nel cuore degli uomini, colpendo spesso senza senso, falsando i sentimenti e pietrificando le emozioni.
Kay, incantato dall’intelligenza e dalla perfezione della regina, resta prigioniero del suo regno gelato, sedotto dalla solitudine, lontano dalla vita e dagli affetti.
Partiamo da una fiaba per parlare del nostro oggi, di quell’incantesimo malato rappresentato dalla freddezza e dal rifiuto delle emozioni che colpisce adulti, adolescenti e bambini.
Ma tutto questo attraverso un viaggio avventuroso e fantastico, il cui punto d’arrivo è la semplice verità di un abbraccio capace di sciogliere il ghiaccio dell’anima.
Questa fiaba ci incoraggia ad andare là dove qualcuno è prigioniero delle nevi, e uscirne insieme.
Un messaggio di amore universale, dunque, e l’invito a essere solidali gli uni con gli altri.
Tematiche Principali
La fiaba di Andersen racconta un viaggio, inteso non solo come l’esperienza che Gerda compie alla ricerca dell’amico, rapito dalla gelida regina delle nevi, ma anche come percorso interiore, di crescita e costruzione della propria identità.
Un cammino emotivo che spinge la protagonista ad abbandonare il mondo protetto dell’infanzia per avventurarsi nella fase conflittuale dell’adolescenza.
I bambini e gli adolescenti si possono riconoscere nell’esperienza di amicizia profonda e nel gioco dei protagonisti della fiaba. Vedono rispecchiato nel racconto il sentimento della solitudine, caratteristico della loro età. Spesso si pensa di essere in grado, come Kay, di fare tutto da soli, ma si rischia di chiudersi nel proprio mondo, in un profondo isolamento sia dagli altri che da se stessi, senza permettersi espressioni di debolezza e negando le proprie emozioni.
Gerda invece mostra come sia possibile chiedere aiuto agli altri inseguendo i propri sogni, e continuando a ragionare con la propria testa, scoprendo lati positivi di se stessi, senza smettere di credere nella propria forza interiore.
Percorso didattico
La visione dello spettacolo sarà preceduta da un laboratorio a scuola, che avrà la durata di circa un’ora a classe.
Sarà cura dell’insegnante leggere la fiaba in classe prima del laboratorio, in modo da far emergere alcune delle tematiche della favola, quali il tema dell’amicizia, della solitudine, della paura e del coraggio.
Cosa siamo disposti a fare per i nostri amici?
Quali gesti?
Quali rinunce?
Proprio perché la danza riesce a conciliare lo sviluppo motorio con quello espressivo e comunicativo, in quanto coinvolge l’intera persona nell’atto di muoversi, pensare e sentire, dopo una prima indagine verbale, il lavoro corporeo si svilupperà attorno alla ricerca delle modalità del fare conoscenza e condividere gesti di amicizia, attraverso le tecniche di contact improvisation.
La danza risponde inoltre alle modalità cognitive infantili, caratterizzate da una forte dominanza sensoriale e motoria e ne favorisce l’evoluzione in forme di linguaggio più complesse che facilitano l’espressione personale, ma anche la relazione interpersonale.
La sua pratica e la sua visione può quindi migliorare lo sviluppo fisico, mentale ed emotivo di chi sta costruendo una propria identità attraverso la rielaborazione in forma autonoma di esperienze sociali e cognitive.