Il ratto dal serraglio
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Selim, Karl-Heinz Macek
Konstanze, Cornelia Goetz
Blonde, Julia Bauer
Belmonte, Bernard Berchtold
Pedrillo, Johannes Chum
Osmin, Mika Kares
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Nikolaj Znaider
Regia Martin Kušej
Scene Annette Murschetz
Costumi Heide Kastler
Maestro del coro Andrea Faidutti
Collaborazione coproduttiva Fondazione Teatro Comunale di Bologna e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Martedì 7 febbraio ore 18.30 Ridotto del Valli incontro intorno a Il Ratto dal Serraglio
Ratto dal Serraglio tra sabbia deserto e dune
L’opera di W.A. Mozart al Teatro Municipale arriva a Reggio il 10 e 12 febbraio dopo il debutto ad Aix en Provence e Bologna. Le vicende dei protagonisti leggibili come metafora dei contrasti fra Occidente e Oriente
Venerdì 10 febbraio 2017 ore 20.00 e domenica 12 febbraio 2017 ore 15.30 va in scena al Teatro Municipale Valli Il Ratto dal Serraglio, di Mozart, che arriva da Bologna, dove ha debuttato al Teatro Comunale lo scorso 20 gennaio.
Per meglio comprendere l'opera, martedì 7 febbraio, ore 18.30, Ridotto del Valli, "Arrivaru li turchi, a la marina", incontro con Alberto Melloni, studioso di Storia del Cristianesimo e Domenico Quirico, giornalista caposervizio agli esteri del quotidiano la Stampa, presentazione di Gabriele Vacis. (Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili).
Il “Singspiel” (cioè l’opera comica tedesca con dialoghi parlati) di un Mozart venticinquenne, viene proposto – con la regia di Martin Kušej – in un deserto, collocando le contrastate peripezie tra le due coppie di amanti e i loro antagonisti in un Oriente rasente a noi per tempo storico e ambientazione; il palcoscenico è un deserto, con tanto di dune di sabbia e tende berbere, sulla quale si svolgono le vicende, leggibili anche come metafora dei contrasti tra Occidente e Oriente.
Ecco come la vicenda risulta ricontestualizzata: durante i disordini causati dallo scoppio della Prima guerra mondiale, Konstanze, promessa sposa di Belmonte, è stata rapita insieme alla cameriera Blonde e al servitore Pedrillo. Sono caduti nelle mani del Pascià Selim e di Osmin – il capo delle sue guardie – che sperano, con tali ostaggi, di riuscire a esercitare pressioni nella loro lotta per il potere.
I dialoghi, riscritti dal drammaturgo Albert Ostermaier e firmati anche dallo stesso regista Martin Kušej, trasportano l'azione nella colonizzazione inglese degli anni '20, gli anni di Lawrence d'Arabia, quando le potenze occidentali, fecero del Medio Oriente il territorio dell'estrazione del petrolio, della ricchezza, del potere, della colonizzazione, con il pretesto della lotta contro gli ottomani alleati con i tedeschi, suscitando nelle popolazioni un risentimento profondo.
Riscrittura del testo e regia, che crea quindi un parallelismo con riferimenti all’autoproclamato “stato islamico” e scene di forte impatto visivo ed emotivo che hanno suscitato accesi contrasti in occasione del debutto ad Aix en Provence, coproduttore dell'opera con il Comunale di Bologna.
Di questa opera, che appartiene alla piena maturità del genio musicale e drammaturgico mozartiano, afferma Massimo Mila: “(…)Mozart in quei giorni aveva mandato al diavolo l’arcivescovo Colloredo. Aveva disobbedito al padre, o per lo meno l’aveva per la prima volta piegato alla propria volontà, facendogli accettare, e sia pure in extremis e senza entusiasmo, il suo matrimonio. Su questa spinta insurrezionale venne spontanea la terza tappa: rompere le consuetudini melodrammatiche per realizzare quell’ideale di teatro che da tempo Mozart vagheggiava confusamente. Un teatro che non fosse chiuso nei termini invalicabili dell’opera seria e dell’opera comica, ma prendesse dell’una e dell’altra per produrre un’immagine fedele della vita, dove il comico e il tragico non stanno separati, ma si mescolano inestricabilmente in una trama cangiante. Un teatro musicale nuovo per consentire un ritratto dell’uomo, nelle sue infinite possibilità accidentali.”
Sul podio, a dirigere l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, è impegnato Nikolaj Znaider, danese, affermato violinista passato successivamente con successo alla direzione d'orchestra, al suo debutto in Italia in una direzione d'opera. Il regista austriaco Martin Kušej è Sovrintendente del Residenztheater di Monaco ed è riconosciuto come uno dei più rilevanti registi emersi negli ultimi anni sulla scena internazionale. Le scene sono di Annette Murschetz, i costumi di Heide Kastler e le luci di Reiner Traub.
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