Giulio Cesare
Musica di Georg Friedrich Händel
Dramma musicale in 3 atti
Libretto di Nicola Francesco Haym da Giulio Cesare in Egitto di Giacomo Francesco Bussani
Musica di Georg Friedrich Haendel
Giulio Cesare Raffaele Pe
Cleopatra Marie Lys
Achilla Davide Giangregorio
Cornelia Delphine Galou
Tolomeo Filippo Mineccia
Sesto Federico Fiorio
Nireno Andrea Gavagnin
Curio Clemente Antonio Daliotti
Accademia Bizantina
Direttore al clavicembalo Ottavio Dantone
Regia Chiara Muti
Scene Alessandro Camera
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Vincent Longuemare
Nuovo allestimento
Produzione Ravenna Manifestazioni/Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Haydn di Trento e Bolzano
George Frideric Händel ci rivela il suo Giulio Cesare, non più fredda statua di marmo, ma un essere umano con la sua interiorità e i suoi sentimenti, interpretati dall’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone, con la regia di Chiara Muti.
“Giulio Cesare è un’opera che tutti dovrebbero conoscere, perché rappresenta la perfetta simbiosi tra storia e mito e la massima armonia tra musica e teatro. Il capolavoro di Händel affascina per la particolare varietà di timbri e colori: arpa, tiorba, viola da gamba, oboi, flauto e corno impreziosiscono l’orchestra, accompagnando i molteplici caratteri dei personaggi. Il contenuto musicale ricco di suggestioni e di straordinaria potenza evocativa ci trasporta e colloca direttamente dentro la vicenda come se la vivessimo personalmente”.
Ottavio Dantone
“Il Cesare barocco è un simbolo di marmorea giustizia e temperanza Non ha nulla di ambivalente e si disumanizza per glorificare, nell’apoteosi di Roma, le virtù dell’illuminato monarca, vale a dire Giorgio I e la nuova dinastia regnante degli Hannover, a cui il compositore intendeva rendere omaggio con l’opera presentata proprio al King’s Theatre di Londra nel 1724. Grazie all’intensità delle linee vocali e al dinamismo cromatico orchestrale Händel riscatta la staticità dell’azione e arricchisce di senso i caratteri. Scavando nella materia umana e svelandone la complessità di contrasti, ci offre momenti di tale tensione emotiva da farci dire che raggiunse, con la musica, le vette che Shakespeare toccò con la parola. La regia, avvalorata dalla melodia, si piega dunque alla dimensione simbolico evocativa”.
Chiara Muti





