Cristina Cattaneo
Naufraghi senza volto
Con le voci di Renato Sarti e Laura Curino
Il dramma dei naufragi ricostruito dal punto di vista di chi lavora per restituire, attraverso le analisi autoptiche, identità e dignità ai profughi morti nel Mediterraneo.
Ridare identità e dignità anche ai morti, cercando di ricostruire le loro storie attraverso lo studio dei resti umani, con gli strumenti della medicina, della biologia, dell’antropologia e dell’archeologia. Negli anni questo lavoro ha significato anche cercare di ricostruire l’identità anche dei cadaveri senza nome dei migranti scomparsi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, per permettere ai familiari dei dispersi il riconoscimento delle vittime e alleviarne così la sofferenza.
È questo il contesto in cui opera il Labanof, Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano diretto da Cristina Cattaneo, la cui storia è stata raccontata dalla stessa direttrice nel libro Naufraghi senza volto, Premio letterario Galileo 2019.
Ora quel libro è diventato uno spettacolo, prodotto dal Teatro della Cooperativa, curato drammaturgicamente da Renato Sarti, alla cui voce e a quella di Laura Curino è affidato il racconto.
Informazioni sullo spettacolo
03.12.2023 - h 11:00 - Ridotto del Teatro Valli
Accesso libero fino a esaurimento dei posti disponibili
Bookshop aperto nelle sale del Ridotto
Cristina Cattaneo
Antropologa e medica italiana, Cristina Cattaneo insegna medicina legale all’Università degli Studi di Milano, dove dirige il Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense. Si è formata all’Università di McGill, in Canada, e all’Università di Sheffield, dove ha conseguito il PhD. È consulente tecnico e perito per procure e tribunali in Italia, Svizzera, Gran Bretagna e Francia. È responsabile del progetto RISC, un sistema per identificare la raccolta dei dati più rilevanti di un cadavere, trasmessi poi a una banca dati nazionale. Questo strumento è diventato un modello in particolare per l’identificazione di persone senza identità. Tra i suoi libri, Turno di notte, Certezze provvisiorie, I diritti annegati. I morti senza nome del Mediterraneo (con Marilisa D’Amico), tutti editi da Mondadori, e Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del meditterraneo (Raffaello Cortina editore).
È raro soffermarsi a pensare alla sofferenza di chi ha una persona cara che ha intrapreso un viaggio alla ricerca di un futuro migliore e non sa se ce l’abbia fatta, se stia bene, se lo rivedrà mai.
Si chiama ambiguous loss (perdita ambigua) il sentimento che provano i parenti delle persone scomparse, un lutto che non si riesce a elaborare perché non c’è la presenza di un corpo a confermarne la morte. Se si aggiungono vuoti normativi e inadempienze delle istituzioni, la possibilità di avere una risposta si fa ancora più remota; al dolore si aggiunge la rabbia e il problema diventa anche sociale.
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