ATERBALLETTO
Casanova
Coreografie di Eugenio Scigliano
Fuori abbonamento
Musiche di K.F. Abel, A. Vivaldi, C.P.E Bach, J. Shenk, T.Hume, M. De Sainte Colombe
Costumi di Kristopher Millar e Lois Swandale
Luci di Carlo Cerri
“Casanova fu un baro, una spia, un imbroglione, un falsario, ma anche un perfetto cavaliere, un gran signore, uno straordinario giornalista, uno scrittore di razza” ( I.Montanelli)
Una personalità espressione del ‘secolo dei lumi’ entrata ormai saldamente nell’immaginario collettivo, ma sempre pronta, per chi decide di investigarne il senso e la presenza, a rivelare inediti aspetti e soprattutto indicare chiari legami con l’attualità, Casanova è l’epitome di una società sul baratro, figura a suo modo tragica. Certo evocativa.
E stimolante, per chi si esprime con il linguaggio della danza.
Casanova è, infatti, facilmente traducibile nell’arte del gesto perché, oltre che a parole (la sua celebre biografia), si è molto espresso e raccontato con il corpo – per il suo sfrenato erotismo, ma anche per le dinamiche delle sue fughe rocambolesche e i suoi viaggi e duelli.
La sfida di interpretare la figura dell’Avventuriero veneziano e di una società al tramonto è stata colta da Eugenio Scigliano, invitato da Aterballetto a creare un lavoro a serata – il primo della sua carriera – per la compagnia emiliana. Con questa commissione Aterballetto ha confermato la sua vocazione a valorizzare la migliore coreografia italiana e il consolidamento di un repertorio che, accanto alla figura portante di Mauro Bigonzetti, poggi sempre più su un ampio ventaglio di autori nostrani.
Un lavoro nel quale la cifra elegantemente dinamica, ma allo stesso tempo eloquente del giovane autore ha affidato principalmente alla danza/danza – nervosa, spettacolare, espressiva e atleticamente esigente- il compito di evocare il mondo in cui si mosse Casanova.
Nel riproporre il fascino indistruttibile dell’eroe negativo, il coreografo ha sottolineato, oltre le apparenze, l’ineluttabile destino di solitudine del personaggio: una immagine di effimero vincente che nasconde la sua condizione di disperato perdente.
La sua personalità e l’atmosfera del suo tempo sono quindi riproposte attraverso dettagli stilistici visivi e semplici elementi scenografici. Questa scelta di operare su un piano tutt’altro che oleografico e didascalico, costruendo un linguaggio espressivo astratto, ma attinente ad emozioni, atmosfere e sentimenti del singolo protagonista, costituisce un forte stimolo e rende ottimale il rapporto creatore – interprete.
In collaborazione con
AMAT MARCHE – Teatro Rossini di Civitanova Marche
Prima rappresentazione assoluta: – Teatro Rossini di Civitanova Marche 11 luglio 2009
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