AMELIA CUNI
Lato REC
John Cage 18 Microtonal Ragas
Solo 58 from Song Books (1970)
Realizzato e interpretato da Amelia Cuni
Amelia Cuni, canto dhrupad – Ray Kaczynski, percussione
Federico Sanesi, percussione – Werner Durand, droni – elettronica
Negli anni Quaranta, John Cage cominciò ad applicare al proprio lavoro principi tratti dalla musica e dalla filosofia indiane. L’influsso di questi su Cage avvenne principalmente sul piano concettuale e teoretico, ma i "18 Raga microtonali" (1970) rappresentano un esempio eccezionale di approccio pratico e originale a questa ricca tradizione.
Il Solo 58 è un’opera "indeterminata", vale dire (schematizzando) che solo l’apporto del performer la "determina" (ma potenzialmente in modo diverso ad ogni performance). E la sfida per il performer è quella di sviluppare i raga – tecnica tradizionale – sul materiale tonale non tradizionale fissato da Cage. Un’apparente contraddizione che in effetti costituisce un’opportunità unica di sondare le relazioni fra tradizione e sperimentazione, fra Est e Ovest. Un processo che si incontra perfettamente con la condizione di Amelia Cuni: cantante dhrupad europea.
Le sue straordinarie doti sono state riconosciute dalla stampa statunitense: "Amelia Cuni è essenzialmente una vocalist indiana, con talento teatralità e tecnica italiane. Questo è un nuovo tipo di canto ibrido, ed è stupefacente. I raga non appaiono provenire dall’India, o da Concord (Massachusetts), o da qualsiasi altro posto; appartengono piuttosto a una sorta di subcontinente asiatico che si trova ovunque." (Mark Swed, "Los Angeles Times", novembre 2007)
"Cuni è una rarità: una donna occidentale che ha speso dieci anni della propria vita in India a studiare il canto dhrupad e la danza kathak. Artista non comune, ugualmente a proprio agio negli spesso scomodi domini del multimedia contemporaneo, così come nel mondo tradizionale del raga indiano. Quando ho ascoltato il cd, sono stato tentato di lasciar cadere il libretto, chiudere gli occhi e andare in trance. Non c’è posto qui per una recensione tradizionale. Procuratevi il cd. Leggete prima, poi ascoltate. Non esiste niente di paragonabile. (Jason Serinus, "San Francisco Classical Voice", novembre 2007)
I 18 Microtonal Raga di Joh Cage
“Solo for Voice 58” è un’opera indeterminata che consiste di 18 parti separate e indipendenti. Nelle sue indicazioni, Cage fa riferimento in maniera esplicita alle forme tradizionali della musica indiana. Il compito dell’interprete è di sviluppare dei raga e dei tala in un contesto non tradizionale. Questa apparente contraddizione è stata la forza trainante alla base del mio impegno intensivo con quest’opera in questi ultimi anni.
Nella sua partitura, Cage indica una serie di microtoni notati graficamente dai quali l’interprete può selezionare le altezze del raga, lasciando aperta una vasta gamma di possibilità, incoraggiando l’interprete a riflettere, interrogarsi, scegliere e creare in maniera sperimentale.
Ho inizialmente eseguito “Solo for Voice 58” nell’ambito di un’interpretazione dei completi Song Books al Theater Bielefeld (Germania) nel maggio 2001, con la partecipazione di Christian Kesten, Steffi Weissmann e l’ensemble vocale di musica nuova Die Maulwerker. Dopo diversi anni di studi in India e collaborazioni con svariati compositori di musica sperimentale, ero naturalmente pronta e portata verso quest’opera insolita. A quanto ci risulta, la nostra è stata la prima performance di “Solo for Voice 58” da parte di una cantante specializzata in musica basata sul raga. Continua
Amelia Cuni è nata a Milano e ha vissuto 10 anni in India per studiare il canto dhrupad con i maestri R.Fahimuddin Dagar, Bidur Mallik, Pt. Dilip Chandra Vedi. Ha studiato anche la danza kathak e la percussione pakhawaj. Il governo indiano le ha riconosciuto borse di studio per quattro anni. Compone ed esegue musica propria con ensemble internazionali, un’opera che è incisa in numerosi cd a suo nome. I progetti di Amelia hanno un orientamento insieme tradizionale e sperimentale e collabora con artisti di diversa provenienza, tutta l’Europa, USA, Canada, Brasile, India e Cina. Insieme a Werner Durand è stata nominata artist-in-residence al Podewil Zentrum für Aktuelle Kunst di Berlino nel 1999. Compositori come Terry Riley, Roland Pfrengle, Maria de Alvear, Chico Mello, Fernando Grillo hanno scritto per la sua voce.
Insegna Canto indiano al Conservatori di Vicenza. Vive a Berlino.
John Cage è nato a Los Angeles nel 1912, studia negli Stati Uniti e in Francia, con Dillon e Lèvy Weiss e Schönberg. Ha insegnato alla Cornish School di Seattle, al Mills College di Oakland, al Chicago Institute of Design, al Black Mountain College, alla New School for Social Research di New York e in altre scuole nel periodo dal 1936 al 1960. Cage elabora un linguaggio intimo e rivoluzionario partendo dalla dissacrazione totale delle "regole" musicali classiche e tradizionali. Sua invenzione sono le composizioni per "pianoforte preparato". Scartava la costruzione musicale basata sulla struttura armonica in favore di una struttura ritmica, intesa semplicemente come successione di durate, che potevano ospitare qualsiasi suono, anche non musicale
Musicalmente anticonformista la sua ricerca si concretizza in lavori quali Imaginary landscape e First construction (in metal) del 1939, dove la forma e l’interpretazione vengono lasciate alla alla libertà dell’interprete. In molte composizioni l’autore si limita a prescrivere all’esecutore i comportamenti da adottare, senza preoccupazione per il risultato sonoro. I suoi concerti in Europa negli anni 50 suscitano l’interesse delle avanguardie musicali, che vedono nel compositore americano una presenza inquietante e una fonte di stimoli e riflessione. Cage trae anche spunto per la sua arte dalla filosofia Zen, che gli permette di raggiungere uno stato libero da costrizioni e condizionamenti