A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM
Opera in tre atti
Musica di Benjamin Britten
Direttore Jonathan Webb
Regia Daniele Abbado
Libretto proprio e di Peter Pears, da Shakespeare
Edizioni Boosey & Hawkes, London
Rappresentante per l’Italia Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
Oberon, William Towers
Tytania, Norah Amsellem
Puck, Tom Walker
Theseus, Brian Nickel
Hippolyta, Elena Traversi
Lysander, Blagoj Nacoski
Demetrius, Stephan Genz
Hermia, Gabriella Sborgi
Helena, Susannah Glanville
Bottom, Jonathan Lemalu
Quince, Joshua Bloom
Flute, Christopher Gillett
Snug, Mark Coles
Snout, Mark Wilde
Starveling, George Mosley
Trinity Boys Choir
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Scene: Graziano Gregori
Costumi: Carla Teti
Luci: Valerio Alfieri
Coreografia : Simona Bucci
Regista collaboratore: Boris Stetka
Versione in lingua originale con sopratitoli
Nuovo allestimento
Coproduzione Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, I Teatri di Reggio Emilia
Il soggetto shakespeariano fu, prima di Britten, fonte di ispirazione per molti altri compositori; tra gli inglesi ricordiamo Henry Purcell (The Fairy Queen). Nel 1960 Britten decise a sua volta di tentare una traduzione musicale della commedia di Shakespeare, per il quale da sempre nutriva una sorta di venerazione. Nei drammi e nelle commedie del poeta inglese, del resto, la musica riveste un ruolo fondamentale, sia come presenza scenica irrinunciabile sia come dimensione dello spirito. L’omaggio del maggiore compositore inglese del Novecento al più grande poeta della sua patria era quindi un gesto quasi doveroso. Il libretto venne redatto con la collaborazione di Peter Pears, ed è, nelle linee generali, molto fedele all’originale.
Nell’opera Oberon riveste un ruolo di assoluto primo piano, vero deus ex machina di tutta la vicenda. Composta per un teatro di piccole dimensioni, la partitura è affidata a un organico formato da archi, sei legni, quattro ottoni, due arpe, clavicembalo, celesta e percussioni. È assai sorprendente come, con mezzi così ridotti, Britten riesca a caratterizzare in modo molto preciso i tre livelli sui quali si sviluppa l’azione: il regno delle fate, quello della corte di Teseo e il mondo degli artigiani. Al folletto Puck, interpretato da un cantante-acrobata, è affidato il compito di metterli in relazione trasvolando dall’uno all’altro. Il peculiare registro delle voci infantili definisce invece il mondo delle fate e degli elfi, il cui re Oberon viene da Britten affidato alla ‘innaturale’ voce del controtenore, all’epoca il celebre Alfred Deller. Tytania, moglie di Oberon, è forse il personaggio meglio caratterizzato di tutta la partitura: a lei Britten affida le pagine più toccanti, quasi sensuali nel loro patetismo. L’opera consentì inoltre al compositore di sfoggiare capacità ironiche fuori dal comune, come quando, durante la rappresentazione di Piramo e Tisbe (tipico esempio dell’antica tradizione del ‘teatro nel teatro’), inscenata dagli artigiani in onore delle triplici nozze, Britten intesse un’amabile parodia dell’opera italiana dell’Ottocento.
Scheda tratta da
Dizionario dell’opera 2008 Baldini Castoldi Dalai editore