Chiusa da oltre 30 anni, la Sala Verdi del Teatro Ariosto è stata tra i primissimi cantieri a ripartire dopo il lockdown.
A oggi i lavori in corso sono ben evidenti all’esterno del teatro, la cui facciata è parzialmente oscurata dalle paratie che delimitano l’area del cantiere, mentre l’interno, la storica Sala nella quale si è svolta molta parte dell’attività teatrale cittadina fino agli anni Ottanta, è totalmente ponteggiata.
«I lavori di riqualificazione sono iniziati e sono stati subito bloccati dall’epidemia – spiega il direttore della Fondazione I Teatri, Paolo Cantù – siamo ripartiti lo scorso 4 maggio, appena i cantieri hanno potuto riaprire. La Sala Verdi sarà un luogo dedicato alla produzione e alla creatività, all’incontro con le nuove generazioni, pensato per accogliere prove, residenze, ma anche piccole rappresentazioni, laboratori, workshop e concerti. Per la città si tratta di un altro spazio aperto che potrà essere utilizzato per incontri, conferenze e proiezioni. Sarà autonomo, ma potrà essere anche di supporto ad attività di spettacolo al Teatro Ariosto, nella sua funzione più naturale di Ridotto. Attualmente sono in corso i lavori edili, poi sarà la volta delle opere per il miglioramento acustico. La nostra speranza è di poterla inaugurare per la stagione 2021-2022».
Il progetto esecutivo è stato realizzato dagli architetti Ivan Sacchetti e Giuliana Allegri, che hanno seguito negli anni l’intera riqualificazione del Teatro Ariosto. Prevede un ambiente semplice, attrezzato per spettacoli ed eventi speciali, anche i più diversi tra di loro, in uno spazio non rigidamente impostato a priori ma di volta in volta modulabile, a seconda delle esigenze, e comunque accessibile a tutti. L’ingresso sarà sul lato nord dell’edificio: i circa 240 metri quadrati della sala sono stati pensati per accogliere tra 150 e 200 persone (secondo le norme di sicurezza pre-Covid).
I lavori si concentreranno soprattutto nel rendere la Sala conforme ai criteri di sicurezza e di accessibilità. Saranno rifatti gli impianti e riqualificata l’acustica, grazie a un pavimento in legno e a una controsoffittatura, costituita da un sistema di pannelli appesi, posti a bandiera, intercalati dall’illuminazione realizzata con spot a led. Saranno rifatti completamente i camerini a sud della Sala e i servizi igienici del pubblico sul lato nord. L’atrio di ingresso si baserà su elementi contemporanei, soprattutto luce e materiali pregiati: il luogo sarà caratterizzato da un pavimento in seminato alla veneziana chiaro, una parete di fondo che racchiude l’uscita dell’ascensore e le porte laterali color oro, una controsoffittatura orizzontale staccata dai muri, da cui scenda una lama di luce, due grandi lampadari che interpretano in chiave moderna gli antichi candelieri.
Un milione e 130mila euro l’importo dei lavori – di cui 500mila finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e 430mila dal Comune di Reggio Emilia – che la Fondazione I Teatri, in accordo con l’amministrazione comunale, ha affidato tramite bando al Consorzio Stabile Citea.
I lavori sono realizzati con risorse FSC, assegnate alla Regione Emilia Romagna.