VIVERE ANCORA voci dal filo spinato
fonti Primo Levi, Etty Hillesum, Elie Wisel, Peter Weiss, Ruth Kluger, Elisa Springer
ideato, scritto ed interpretato da Bernardino Bonzani, Monica Morini
al pianoforte Claudia Catellani
luci e tecnica Andrea Alfieri
“Cosa facevate voi bambini ad Auschwitz, giocavate?”
“Giocare? Avevamo sete e paura di morire. Ecco tutto, tutto quel che è stato”.
L’Olocausto raccontato dal cuore pensante di uomini e donne. Un percorso nella memoria, per non dimenticare. Un viaggio che chiama a non essere semplici spettatori, ma a lasciare traccia di sé nello spazio-tempo della rievocazione.
Dai quaderni, dai diari, dalle tracce degli scritti, proviene la testimonianza di donne e uomini sopravvissuti e no all’Olocausto. Sono parole e tormenti, sono domande. La scelta dei testi di Etty Hillesum, Elie Wisel, Peter Weiss, Primo Levi, Ruth Kluger, Elisa Springer, tra altri, nasce dall’esigenza di rappresentare la resistenza e la resa di fronte al tentativo di omologare e uccidere ogni diversità sia di classe che di razza o religione.
Un tempo per ricordare e riflettere.
La privazione alle persone dei propri diritti, delle cose, poi della dignità e infine della loro vita.
Il vento disumano di quegli anni continua a soffiare per molti popoli della terra. E deve rimanere bene impresso nelle nostre menti, se vogliamo riconoscerlo e cacciarne gli orrori. Hetty Hillesum conclude così il suo diario: “si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite”.
Emozionano le Voci dal filo spinato
Al teatro Ponchielli di Cremona la messinscena ha fatto breccia sui ragazzi in sala
E’ bastato che lo spettacolo avesse inizio, che l’orrore della memoria dei sopravvissuti prendesse forma scenica per gettare nel più completo silenzio il teatro…
…La messinscena del Teatro dell’Orsa è abilmente costruita, il racconto verbale si affianca a intensi inserti musicali e a una serie di proiezioni che amplificano visivamente la narrazione, traducendo le parole in immagini e in un’eco che è anche fisica. Vivere ancora Voci dal filo spinato sa commuovere, ma soprattutto sa fare breccia nell’attenzione non facile da conquistare dei ragazzi.
(La Provincia di Cremona 26/1/2008)